17 Giugno 2014

L’amicizia al cinema

L’amicizia al cinema

L’amicizia al cinema

Se l’amore è il più rappresentato (nella maniera più banale?) dei sentimenti al cinema, l’amicizia può contare dalla sua su illustri pellicole che ne hanno tratteggiato gli stilemi. D’altronde, anche se si dice che un amico è per sempre, anche nei rapporti di amicizia si assiste a crisi e rotture, il più delle volte dettate da eventi o dal semplice passare del tempo.

L’amicizia giovanileArrivederci ragazzi (1987), di Louis Malle, s’inserisce nel classico contesto bellico mondiale e nella persecuzione nazista contro gli ebrei, proponendoci la storia di due giovani studenti di collegio nella Francia occupata da Hitler, Julien Quentin e Jean Bonnet, e di un rapporto che nasce tra in banchi di scuola all’insegna della rivalità, per poi mutare in affetto sincero quando Julien arriva a scoprire l’inconfessabile segreto di Jean: è ebreo e frequenta il collegio sotto falso nome per nascondersi.

Ispirato a fatti realmente accaduti durante l’adolescenza del regista, il film riprende alcuni dei temi salienti della “Trilogia del ritorno”, l’unica opera letteraria di Fred Uhlman. Il lungometraggio insiste molto sul tema dell’affinità aldilà di razza e censo, e ovviamente punta tutto su due caratteri opposti, il ricco, borghese e sbruffone Julien e il timido, introverso e povero Jean.

L’amicizia adulta Quasi amici (2011), di Olivier Nakache e Eric Toledano, estremizza ulteriormente il concetto di amicizia tra opposti, prendendo un ricco bianco tetraplegico (Philippe) e il suo badante povero e di colore (Driss). Philippe ha un caratteraccio, e cambia costantemente la servitù, ma rimane colpito da Driss, che non soltanto non fa nulla per compiacerlo e compatirlo per la sua condizione, ma addirittura si era presentato al colloquio soltanto per continuare a conseguire i soldi della disoccupazione.

Anche Quasi amici è ispirato ad una storia vera, e dietro un gran campionario di momenti divertenti, ci racconta come un rapporto d’amicizia possa aiutare le persone che lo vivono a rimettere insieme i cocci delle rispettive esistenze.

L’amicizia di una vita – Quando Lawrence Kasdan scrisse e diresse Il Grande Freddo (1983), aveva in mente di realizzare un agrodolce spaccato generazionale di ex-sessantottini rimasti delusi da come le loro vite si erano evolute rispetto alle attese e agli ideali degli anni della protesta. Il film, oltre a fungere da trampolino per molti attori emergenti dell’epoca (William HurtKevin Kline, Tom Berenger, Glenn Close, Jeff Goldblum), ci evidenzia quel che accade ai rapporti che, tra alti e bassi, distanze e prossimità, restano comunque una costante nelle vite delle persone.

E allora, ecco che Karen e Sam si ritrovano nella tela dell’amore, dopo tanti anni; oppure Meg che decide di fare il regalo più grande a Sarah, ma di farlo anche a se stessa, facendosi perdonare un tradimento del marito Harold. Un intreccio di novità, ricordi e ritorni di passione.

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