Akira

La febbre gialla della nuova generazione

Scheda del Film

Titolo Originale
AKIRA
Paese
 Japan
Casa di Produzione
MBS, Sumitomo Corporation, TOHO, Studio Fuga, Studio Aoi, Kodansha, Bandai Entertainment, Tokyo Movie Shinsha
Regia
Katsuhiro Otomo
Producer
Shunzo Kato, Ryohei Suzuki
Sceneggiatura
Ideatore
Cast
Mitsuo Iwata, Nozomu Sasaki, Mami Koyama, Tessyo Genda, Koichi Kitamura, Yuriko Fuchizaki, Masaaki Okura, Takeshi Kusao, Kazuhiro Kamifuji, Tatsuhiko Nakamura, Fukue Itô, Yuka Ôno, Hiroshi Ôtake, Kazumi Tanaka, Masato Hirano, Masayuki Katô, Michihiro Ikemizu, Tarô Arakawa
Durata
2 h 05 min
Data di Uscita
16 Luglio 1988
Generi
Animazione, Fantascienza, Azione
Budget
$10.000.000
Revenue
$553.171
Sinossi
Nel 1988 il centro di Tokyo viene distrutto da una gigantesca e misteriosa esplosione che scatena il terzo conflitto mondiale. Nel 2019 il mondo riemerge lentamente dalla devastazione. A Neo Tokyo, ricostruita attorno al cratere provocato dalla prima deflagrazione, i militari portano avanti esperimenti su ragazzi dotati di poteri straordinari. Tetsuo, teppista amico di Kaneda, scatena le attenzioni dei vertici militari e viene prima catturato e poi sottoposto a controlli meticolosissimi: che sia lui il nuovo Akira? In lui vi è forse traccia del potere che distrusse Tokyo trent'anni prima?

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Recensione

Nessun popolo può rivendicare una “psicosi della bomba” più schietta e comprensibile dei giapponesi, che di bombe in casa ne hanno avute due. Non è un caso che gran parte della loro produzione manga/anime sia stata influenzata dal trauma di Hiroshima/Nagasaki, in primis quella di un “figlio della bomba” come Hayao Miyazaki.

Tra le tante opere di ambientazione post-atomica che sono state sfornate nel Sol Levante, Akira è una delle più importanti e meritevoli. Il lavoro di Katsuhiro Otomo nella realizzazione del manga è stato seminale, al punto da considerarlo uno dei prodotti mediatici che più hanno segnato l’estetica distopica nucleare degli Anni Ottanta, al pari con Blade Runner o Mad Max.

La validità dell’opera è stata valorizzata da una diffusione che ha rotto molti tabù: pubblicato negli Stati Uniti in una versione colorata al computer da Steve Oliff, è stato anche il primo manga pubblicato in Italia (dalle edizioni Glenat). Il film, inevitabilmente, ha anch’esso battuto svariati record. Innanzitutto è stato realizzato da un vero e proprio comitato che ha messo insieme le più grandi case di produzioni giapponesi, inoltre è stato il primo a sforare il clamoroso budget di un miliardo di yen, schierando ben 1500 animatori e per la prima volta un uso preminente della CGI.

Il risultato di questo sforzo è sotto gli occhi di tutti: a distanza di oltre trent’anni Akira non appare invecchiato di una virgola, sia come comparto tecnico che come tematiche. Non era semplice ridurre tutti gli archi narrativi in un lungometraggio di due ore, ma Otomo ci è riuscito rendendo il protagonista una figura “fantasma”, un obiettivo asintotico per quasi tutta la pellicola.

Akira
Akira
Il Verdetto
A distanza di oltre trent'anni, "Akira" resta una pietra miliare dell'animazione giapponese e non solo.
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