Allegri ragazzi – Tutto il mondo ride
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Recensione
Con Allegri ragazzi (titolo originale: Весёлые ребята, internazionalmente noto come Jolly Fellows o Moscow Laughs), Grigori Aleksandrov inaugura un curioso e affascinante ibrido: il musical sovietico, genere apparentemente incompatibile con i rigidi dettami del realismo socialista ma che, proprio per questa tensione interna, finisce per generare un’opera sorprendentemente moderna, visivamente brillante e musicalmente coinvolgente. Uscito nel 1934, in piena epoca staliniana, il film rappresenta una delle prime collaborazioni fra Aleksandrov e la diva musicale Ljubov’ Orlova, nonché una delle incursioni più originali della cinematografia sovietica nei territori della commedia musicale occidentale.
Una trama esile per un’esplosione di ritmo
La vicenda ruota attorno a Kostja (interpretato dal comico Leonid Utësov), un pastore che per una serie di equivoci viene scambiato per un celebre direttore d’orchestra. Da qui prende il via una commedia degli errori che culmina con la formazione di un’orchestra jazz improvvisata e una serie di esibizioni musicali sempre più sfrenate. La trama è leggera, quasi un pretesto, e volutamente lo è: ciò che interessa ad Aleksandrov non è tanto il realismo narrativo quanto la costruzione di un universo ritmico, grottesco e coreografico, capace di fondere intrattenimento e ideologia in un’armonia insospettabilmente efficace.
Tra jazz e socialismo: una contraddizione fertile
Il dato più sorprendente del film è la sua adesione al linguaggio del musical hollywoodiano, in particolare quello degli anni d’oro della Warner Bros. e della Paramount. Aleksandrov, che aveva viaggiato negli Stati Uniti e aveva collaborato con Sergej Ėjzenštejn durante il loro soggiorno americano, porta nel cinema sovietico una ventata di energia e di ritmo che sfida il dogmatismo ufficiale del periodo.
Il film è permeato da influenze jazzistiche, sia nella colonna sonora che nella struttura stessa delle scene musicali, eppure riesce a rimanere ideologicamente “allineato” con il contesto sovietico grazie a una narrazione che esalta la collettività, l’ascesa dell’uomo comune e la gioia del lavoro condiviso. In questo senso, il musical si fa veicolo di un messaggio ottimistico e, paradossalmente, “educativo”, secondo la logica del realismo socialista, ma attraverso mezzi stilistici completamente nuovi per il cinema sovietico.
Regia, ritmo e invenzioni visive
Aleksandrov dimostra una padronanza del mezzo notevole: Allegri ragazzi è un film estremamente dinamico, in cui il montaggio rapido, i movimenti di macchina fluidi e le coreografie visive si fondono in un flusso continuo e giocoso. Non mancano trovate che oggi definiremmo “surreali”: animali in scena, strumenti musicali che sembrano animarsi, gag fisiche degne del cinema muto slapstick.
La regia non ha nulla da invidiare, in termini di energia, a coevi musical americani come quelli di Busby Berkeley, anche se Aleksandrov evita l’estetizzazione pura per mantenere sempre un legame con la dimensione popolare e collettiva della società sovietica. La coralità è la vera protagonista: anche quando in scena c’è un singolo interprete, è la forza del gruppo che prevale, la musica come collante sociale.
Ljubov’ Orlova: nascita di una stella
Questo film segna anche l’ascesa di Ljubov’ Orlova, qui al suo primo grande ruolo cinematografico. Il suo carisma, la presenza scenica e la voce limpida ne fanno l’icona femminile del cinema sovietico degli anni ’30 e ’40, figura perfetta per incarnare il modello della donna moderna, attiva e sorridente, che si integra perfettamente nella nuova società socialista. Il suo personaggio è intraprendente, spiritoso e indipendente, in piena coerenza con l’ideale della donna lavoratrice sovietica, ma senza perdere un briciolo di fascino.
Propaganda sì, ma con stile
Che il film abbia implicazioni propagandistiche è innegabile: il messaggio ottimista, la promozione dell’idea di collettività come forza creativa, il contrasto tra il protagonista semplice e l’aristocrazia borghese decadente sono tutti elementi in linea con il clima culturale dell’epoca. Ma ciò che distingue Allegri ragazzi da tanti altri film sovietici del tempo è la leggerezza e la vitalità con cui questi temi vengono trattati.
Non vi è alcuna cupezza, nessuna predica esplicita: la propaganda passa attraverso l’entusiasmo, la musica, il sorriso. È una forma di comunicazione seduttiva, quasi gioiosa, che riesce a parlare a pubblici molto diversi, ben oltre i confini ideologici dell’Unione Sovietica.