C’è post@ per te
Nemici nella vita... innamorati on-line.
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Recensione
Con C’è post@ per te, Nora Ephron tenta di aggiornare un classico del cinema romantico, Scrivimi fermo posta (1940) di Ernst Lubitsch, trasponendo la sua premessa nel contesto della New York degli anni ’90, tra email e negozi di libri indipendenti minacciati da catene commerciali. Sebbene l’idea di modernizzare una storia d’amore epistolare sia intrigante, il film non riesce a raggiungere l’eleganza e l’intensità del suo predecessore, inciampando su tropi narrativi, un eccesso di sottotrame e una scarsa alchimia tra i protagonisti.
La New York di Ephron è pittoresca e vibrante, un’ode alla Grande Mela degli anni ’90. Tuttavia, questa rappresentazione risulta caricaturale, ridotta a una serie di cliché che sembrano più un prodotto artificiale che un’ambientazione autentica. Dal piccolo negozio indipendente di Kathleen Kelly (Meg Ryan) alle librerie della grande catena di Joe Fox (Tom Hanks), tutto è costruito per alimentare un immaginario fin troppo familiare: luoghi idealizzati, personaggi che sembrano usciti da un manuale della commedia romantica, e dinamiche che raramente sorprendono.
L’eccessivo uso di questi tropi finisce per soffocare la storia, privandola di spontaneità e autenticità. La tensione tra la nostalgia per il passato e l’avanzare della modernità, un tema potenzialmente interessante, rimane superficiale, limitandosi a battibecchi prevedibili e situazioni poco incisive.
Un altro punto debole del film è il numero esagerato di personaggi secondari, molti dei quali non apportano un contributo significativo alla trama principale. Da colleghi di lavoro e fidanzati temporanei a eccentrici familiari, ogni personaggio sembra esistere più per fornire comic relief che per arricchire davvero la storia d’amore tra Kathleen e Joe. Questa abbondanza di figure distrae e frammenta il racconto, sottraendo tempo ed energia alla relazione centrale, che avrebbe dovuto essere il cuore pulsante del film. Mentre Scrivimi fermo posta di Lubitsch si concentrava con grazia sui due protagonisti, C’è post@ per te sembra perdersi in una rete di sottotrame che appesantiscono il ritmo e rendono il film dispersivo.
Un terzo, cruciale, problema è la scarsa alchimia tra Meg Ryan e Tom Hanks, che avevano funzionato discretamente in Insonnia d’amore ma qui non riescono a replicare la stessa magia. Ryan, pur dotata di un’innata simpatia, appare ingabbiata in un ruolo stereotipato che non le permette di esplorare sfumature emotive più complesse.
Tom Hanks, invece, risulta poco convincente come protagonista romantico. Pur essendo un attore straordinario in altri generi, il suo approccio a Joe Fox appare troppo misurato e privo del fascino leggero necessario per un film di questo tipo. La relazione tra i due personaggi manca di quella tensione romantica che dovrebbe catturare il pubblico, e molte delle interazioni sembrano meccaniche piuttosto che genuine.