Diabolik

Scheda del Film

Titolo Originale
Diabolik
Paese
 Italy
Casa di Produzione
Mompracem, RAI, Astorina S.A.C.
Regia
Antonio Manetti, Marco Manetti
Producer
Antonio Manetti, Marco Manetti, Carlo Macchitella, Paolo Del Brocco
Sceneggiatura
Ideatore
Cast
Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roja, Serena Rossi, Claudia Gerini, Roberto Citran, Luca Di Giovanni, Antonino Iuorio, Vanessa Scalera, Daniela Piperno, Pier Giorgio Bellocchio, Guglielmo Favilla, Urbano Barberini, Giovanni Calcagno, Davide Devenuto, Stefano Pesce, Massimo Triggiani, Antonio Scarpa, Francesca Nerozzi, Mario Gomboli, Giuseppe Palumbo
Durata
2 h 13 min
Data di Uscita
16 Dicembre 2021
Generi
Fumetti, Poliziesco, Azione
Budget
Revenue
Sinossi
Clerville, anni '60. Diabolik, un ladro privo di scrupoli la cui vera identità è sconosciuta, ha inferto un altro colpo alla polizia, sfuggendo con la sua nera Jaguar E-type. Nel frattempo c'è grande attesa in città per l'arrivo di Lady Kant, un'affascinante ereditiera che porterà con sé un famoso diamante rosa. Il gioiello dal valore inestimabile non sfugge all'attenzione di Diabolik che, nel tentativo di rubarlo, rimane incantato dal fascino irresistibile della donna. Ma poi la vita stessa del ladro è in pericolo: l'incorruttibile e determinato Ispettore Ginko e la sua squadra hanno trovato il modo di intrappolare il criminale, e questa volta Diabolik non sarà in grado di uscirne da solo.

Dove vedere “Diabolik” in streaming

C'era molta attesa per questo Diabolik dei Manetti Bros., uno dei tanti ad avere l'uscita in sala rinviata per la pandemia Covid. C'era attesa perché i registi romani hanno sempre messo in scena opere interessanti con budget risicati, e stavolta potevano attingere a fondi degni di un lungometraggio di serie A; c'era attesa per un main cast di assoluto rilievo; c'era attesa soprattutto perché si andava a giocare con un Mito tutto italiano, a oltre cinquant'anni di distanza dall'altra unica, psichedelica trasposizione filmica, ad opera di Mario Bava (era il 1968).

C'era molta attesa, e posso dire che è andata sostanzialmente delusa. Diabolik è un film conservativo della peggior specie, perché pur rispettando rigorosamente trama, personaggi e location del fumetto, non credo soddisfi nessuno, tranne qualche fan oltranzista della prima ora. Ma quanti ne sono rimasti in vita? Ed ecco che il discorso sulla futuribilità del franchise (già annunciati il secondo e il terzo capitolo) perde consistenza.

Diabolik è un omaggio fin troppo pedissequo ad un fumetto che è ormai classico nel senso più "vecchio" del termine, e che avrebbe necessitato di un trattamento più ardito e meno ossequioso

Dal punto di vista della scrittura, il film è basato per tre quarti sul numero 3 della serie, "L'Arresto di Diabolik". Un numero memorabile, come lo erano tutti i primi albi del "Re del terrore", perché gettavano le basi per la formalizzazione del genere e l'introduzione di personaggi rilevanti per la continuity (all'epoca ce n'era una, e gli albi erano legati da una consequenzialità anche temporale). In questo numero, infatti, veniva presentata Eva Kant, che sarebbe poi divenuta la compagna fissa e fedele del celebre criminale.

Segnatevi bene in mente la data di uscita di questo albo a fumetti: 1 Marzo 1963, quasi sessant'anni fa. Perché ve lo specifico? Perché il lavoro di adattamento (ad opera dei Manetti, del loro collaboratore fidato Michelangelo La Neve e, non casualmente, da Mario Gomboli, attuale editor della serie a fumetti) si è limitato ad un copia&incolla formale dell'episodio. Nessuna riscrittura, nessun "aggiornamento" al gusto odierno. Se questa scelta può produrre dei risultati interessanti per l'estetica visiva del film (chiari richiami a Hitchcock, Melville e Wilder), l'ingenuità sixties che permea tanti passaggi della trama non può che far inarcare il sopracciglio allo spettatore di fine 2021.

Non bastasse questo, nel cambio di media le scelte di sceneggiature penalizzano molto la suspense e la tensione psicologica su cui si basava fortemente (il primo) Diabolik. Innanzitutto il twist cruciale è facilmente "citofonato" dalla sequenza lineare degli eventi. Viene mostrato tutto e troppo, e la sorpresa non si rivela tale, anche perché lo spettatore del 2021 conosce molto di più Diabolik e i suoi trucchi rispetto al lettore del 1963. Poi un personaggio molto intenso e con una sottotrama molto interessante come Elizabeth Gay (Serena Rossi) viene ridotto, penalizzato e "appiattito" negli incastri della trasposizione.

Sempre sul tema della perdita di tensione, un capitolo a parte lo merita la recitazione. E' evidente, infatti, come il tono distaccato, neutro, quasi artefatto dell'intero cast sia il frutto di una precisa direzione artistica imposta dai Manetti. E se nel caso di due eccellenze nostrane come Luca Marinelli e Valerio Mastandrea la scelta non penalizza troppo la performance, per tutti gli altri l'assenza di un'impronta autoironica ha trasformato Diabolik in un'opera involontariamente parodistica. Anche la splendida Miriam Leone, il casting migliore possibile per interpretare Eva Kant, ne risulta penalizzata, con quelle smorfie e moine forzate, quasi date guardando in camera.

Programmaticamente anti-cinecomic, fiacco ed eccessivamente algido per essere un buon noir, Diabolik è penalizzato dalla sua staticità anche come film d'azione. Con l'eccezione della riuscita cold opening (impreziosita da un bell'inedito di Manuel Agnelli) e dagli ultimi venti minuti di pellicola, dove prova ad essere un heist movie con esiti altalenanti, resta un'omaggio rigido e attento più alla grammatica che alla forma filmica.

Locandina del Film "Diabolik"
Diabolik
Il Verdetto
"Diabolik" è il film sbagliato al momento sbagliato. Ed è un peccato.
Il parere dei lettori0 Voti
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5

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