Bella, intelligente e ricca, Emma Woodhouse non ha rivali nella sua assonnata cittadina in quanto a irrequietezza. Tra le differenze sociali e le difficoltà del divenire adulta, Emma sarà fuorviata da incontri sbagliati e passi falsi romantici per trovare quell'amore che è sempre stato al suo fianco.
"Le cose sciocche cessano di essere sciocche se vengono fatte da persone ragionevoli in modo sfacciato", ha scritto Jane Austen in "Emma", giustificando la natura frivola dell'ultimo romanzo che ha pubblicato prima della sua morte, due anni dopo. Lo scopo centrale - forse anche l'ambizione più alta - di qualsiasi film adattato dal libro della Austen dovrebbe essere quello di sostenere tale affermazione, e farlo con sufficiente convinzione da sovvertire la verità universalmente riconosciuta che alcune opere d'arte sono più serie di altre.
Il sontuoso ma leale Emma del regista Autumn de Wilde è un film indulgente su persone indulgenti che osa immaginare come, su una linea temporale abbastanza lunga, l'intera esistenza umana potrebbe non essere più importante di un cappello di paglia a forma di biscotto della fortuna. Il confezionamento di questo period drama si poggia così tanto sul solipsismo della storia della Austen che potrebbe anche essere ambientata in un Westworld pre-vittoriano, ma se "Emma" è una libbra di ciliegina su un cucchiaio di torta, de Wilde si assicura che ogni boccone offra un livello di zucchero piuttosto elevato. Esalta la stupidità di tutto fino a quando anche i dettagli più assurdi non sembrano mortalmente seri, e nulla al mondo sembra importare oltre a chi sposerà la signorina Harriet Smith.
Emma Woodhouse (Anya Taylor-Joy) viene vista per la prima volta aggirarsi tra i titoli del film, come se tutto ciò che vediamo esistesse solo per il suo autocompiacimento. La figlia di papà è ancora "bella, intelligente e ricca" come l'ha concepita la Austen, ma la Taylor-Joy gioca anche sulla noia del personaggio; la noia di Emma è sul punto di diventare una crisi esistenziale, mentre gira per la tenuta di suo padre a Highbury preoccupata che potremmo aver esaurito la nostra pazienza per le storie di persone che si crogiolano nella propria ricchezza. E per un minuto, le sue paure sembrano giustificate; per i primi venti minuti circa, tutto e tutti sembrano sepolti nel marzapane.
Emma si immischia negli affari degli altri per tenere a bada la pressione su di se - ha giurato di rimanere nubile per non abbandonare il suo caro Mr. Woodhouse - ma il film della de Wilde non si disgela finché non la vediamo combattere con l'unico uomo che potrebbe minacciare il suo stile di vita celibe. Si tratta dello stimato Mr. George Knightley (un adorabile e arruffato Johnny Flynn), che indossa la sua ricchezza ereditata come se ci avesse dormito. Flynn e Taylor-Joy non sono così esplosivi assieme, ma non è che sia necessario; i loro personaggi si intrattengono a vicenda, e questo è abbastanza per mantenere le cose in movimento.
“Emma” non ha mai avuto una trama molto importante – sviene per la forza degli sguardi, dei gesti e dei desideri impliciti – e questo lo rende un veicolo perfetto per il debutto nel lungometraggio della de Wilde. Una veterana della fotografia rock e regista di video musicali il cui lavoro più iconico include la foto di copertina di "Figure 8" di Elliott Smith, de Wilde riprende "Emma" come un balletto ambientato sul livello più alto di una torta nuziale e interpretato interamente a grandezza naturale; si tratta di un finale di un film così assurdo che se non fossero già esistiti Marie Antoniette o Grand Budapest Hotel andrebbe rigirato.
Emma (2020)
Il Verdetto
Altri adattamenti potrebbero risultare migliori nel catturare costantemente lo spirito del materiale originale, ma i fan di Jane Austen dovrebbero comunque trovare una solida corrispondenza in questa versione di "Emma".