Ferie d’agosto costituisce – dopo l’esordio smaccatamente politico di La bella vita (che suonava quasi come un ammonimento) – nella sua struttura fondante, ancora primitiva rispetto a questa evoluzione, un esperimento da laboratorio per il cinema di Paolo Virzì, così denso di realtà, eppure così fondato sul racconto che riproduce il senso generale senza diventare pedanteria narrativa.
Il regista ci racconta una sinistra in crisi d’identità disorientata davanti ad un nuovo che avanza che assume le sembianze di un qualunquismo viscerale e connaturato e di un razzismo altrettanto prepotente. Al di là di questo non si riescono a delineare i profili di un nemico che sembra avere la capacità di assimilare forme e comportamenti fin a quel momento opposti e contrari.
Quanti di questi temi sono invecchiati? Direi nessuno, anzi, si sono evoluti. Virzì stesso, nel corso degli anni, si è dimostrato unico degno erede di una tradizione registica italiana della commedia sociale italiana dei Germi, Risi, Monicelli.
Tutti Eroi
Il Verdetto
"Tutti eroi" è un'opera d'esordio sorretta da una sorprendente personalità artistica che fa ben sperare per la futura produzione di un giovane talento del fumetto italiano.