Tre reduci americani della Seconda Guerra Mondiale tornano a casa, scoprendo che nel frattempo molte cose sono cambiate e che la vita militare li ha ormai trasformati: Homer, mutilato delle mani, cerca di recuperare il rapporto con la sua fidanzata e di superare la sua condizione di disabile; Al trova che la sua famiglia è cambiata e i figli sono cresciuti senza di lui; Fred si ritrova con la moglie che non lo ama più ed un lavoro insoddisfacente e si innamora della figlia maggiore di Al. Insieme i tre dovranno trovare la via per far conciliare le loro drammatiche esperienze con la vita di tutti i giorni, per poter rimettere insieme i pezzi ed andare avanti.
L'epopea intima di William Wyler, su tre soldati che tornano dalla seconda guerra mondiale nella loro città natale del Midwest, bilancia profondamente e sensibilmente i demoni privati dei protagonisti con le pressioni della politica pubblica.
Al Stevenson (Fredrich March), un ricco banchiere, torna dalla moglie Milly (Myrna Loy) e dal suo lavoro con una visione sprezzante degli atteggiamenti da country club. Fred Derry (Dana Andrews), un ex-bombardiere che soffre di incubi ricorrenti, torna alle difficoltà finanziarie e a un matrimonio travagliato e si innamora della figlia cresciuta di Al, Peggy (Teresa Wright). Il terzo veterano, Homer Parrish, è interpretato da un attore non professionista, Harold Russell, che, come il personaggio, ha perso le mani durante il servizio militare e usa le protesi; sentendosi sminuito e dipendente, Homer rompe con la fidanzata, Wilma (Cathy O'Donnell).
Wyler cattura il senso della Storia scritta al volo, di cambiamenti epocali nella mentalità e nelle aspettative. Nell'arco di quasi tre ore del film, la crisalide di un vecchio mondo sembra aprirsi e un nuovo fragile mondo, tenero e compassionevole, comincia a emergere.
I migliori anni della nostra vita
Il Verdetto
Uno sguardo avvincente ai trionfi e ai travagli dei veterani di guerra, "The Best Years of Our Lives" si occupa specificamente delle conseguenze della seconda guerra mondiale, ma i suoi messaggi sono assai più universali.