Dove vedere “Il Grande Passo” in streaming
Il grande passo è innanzitutto una clamorosa sfida al typecasting all'italiana, quel fenomeno per cui, se andate a ripescare l'ultimo decennio di commedie nostrane, non troverete film che abbiamo ingaggiato sia Giuseppe Battiston che Stefano Fresi. Corporatura simile, aspetto simile, per anni uno è stato la versione romana dell'altro, e viceversa. Padovan è uscito da questa empasse arruolandoli come fratellastri, e noi gliene siamo grati.
Altro aspetto lodevole è la location. Pur essendo romano, sono sempre felice quando si evita di utilizzare sempre la solita logistica della Capitale per produrre cinema italiano. Antonio Padovan riserva alla Città Eterna pochi scampoli di pellicola, quelli necessari a mostrarci le origini del personaggio di Fresi, Mario Cavalieri. Poi si va in zone più famigliari per il regista, che già ci ha mostrato in altre opere (Finché c'è Prosecco, c'è speranza): il profondo Veneto, quello sconosciuto dalle cartine turistiche (Venezia? Per carità!), quello provinciale fatto di comunità che si riuniscono ancora al bar del paese che sembra uscito da un libro di Stefano Benni, dove la gente esce in strada per vedere il benestante di zona che si è comprato l'auto nuova.
Il tema narrativo è molto semplice, e incentrato sulla figura di Dario Cavalieri (Battiston): un sognatore ingenuo, che ha preferito illudersi sul comportamento paterno e concentrare uno dei rari buoni ricordi infantili (la diretta dello sbarco sulla Luna) nella costruzione di un sogno di fuga, dal disagio di un posto che gli sta troppo stretto.