Nel 1935 l'archeologo Indiana Jones recupera per un potente di Shangai un prezioso cimelio. Ma le cose non vanno per il meglio e Indiana è costretto a fuggire su di un piccolo aereo insieme ad una cantante di cabaret e ad un ragazzino cinese che gli fa da guida. Abbandonato dai piloti, l'aereo precipita sulle montagne tibetane ai confini con l'India.
Squadra che vince non si cambia? In realtà il sequel di Raiders of the Lost Ark prese da subito una strada abbastanza distante dal suo predecessore. Travolti dall'inaspettato e clamoroso successo di quello che per loro era stato un "passatempo estivo", Spielberg e Lucas pensarono di cambiare le carte in tavola per evitare che il confronto tra i due episodi penalizzasse eccessivamente, come avviene di solito, il "figlio più giovane".
Il cambiamento venne accelerato dal forfait di Lawrence Kasdan, all'epoca impegnato nella realizzazione de "Il Grande Freddo", che non volle avere nulla a che fare con questo nuovo progetto, e che ne avrebbe parlato malissimo negli anni successivi. La sceneggiatura venne quindi affidata a Willard Huyck e Georgia Katz, che avevano già lavorato con Lucas per American Graffiti, ed erano esperti di cultura indiana.
I cambiamenti, quindi, furono molti. Ambientato temporalmente un anno prima rispetto a Raiders, non è un avventura itinerante e non ha uno "stacco" tra la prima sequenza e il resto del film; presenta inoltre un personaggio femminile che sembra estratto da una commedia romantica, Indy ha addirittura un socio minorenne (Jonathan Ke Quan, che sarebbe apparso l'anno successivo in The Goonies), e l'intero trattamento è al tempo stesso, paradossalmente, molto proiettato ad un pubblico giovanissimo e dalle tinte dark, al punto che Spielberg fece pressioni per far modificare i parametri del parent guide per non far escludere il pubblico preminente di questo film: i ragazzini.
Da sempre considerato l'anello debole della trilogia originale, Indiana Jones e il Tempio Maledetto ha avuto, nel corso degli anni, una rivalutazione. Stiamo comunque parlando di un film di notevole intrattenimento, con delle scene memorabili (la fuga dall'aereo, l'inseguimento nelle miniere). Harrison Ford è sempre carismatico nei panni di Indy, e si riesce a perdonargli anche i battibecchi pieni di doppi sensi con Kate Capshaw (che sarebbe diventata la signora Spielberg, quindi sappiamo chi ha inserito quelle battute nello script) o il fatto di essere costretto a girare scene da buddy movie assieme ad un pre-adolescente.
Indiana Jones e il Tempio Maledetto
Il Verdetto
Una variazione al tema del franchise, "dark" e al tempo stesso più bambinesca, che non toglie comunque l'alto livello d'intrattenimento del protagonista e delle sue avventure.