Judy Garland, leggendaria artista, nel 1968 arriva a Londra per tenere una serie di concerti. Per lei si tratta di un periodo non felice: la sua situazione finanziaria non è delle migliori e la sua vita privata è un completo disastro.
Judy Garland è stato uno dei primi e più eclatanti esempi di Star divorata (anche) dallo star system. I produttori dell'epoca la costrinsero ad uno stile di vita intransigente verso la sua persona, e i successi iconici dell'età adolescenziale (Il Mago di Oz su tutti) li pagò duramente nel privato. L'iconica Dorothy non riuscì più ad avere una relazione stabile e duratura, collezionando matrimoni e divorzi, diventando dipendente da farmaci ed alcool, e floppando sempre più spesso al botteghino.
Judy ha avuto una vita breve con un finale molto doloroso, e questo film vuole raccontarcela senza troppa pietas verso il personaggio. Vediamo una ultraquarantenne Garland in pessime condizioni di salute, costretta ad accettare una tournée teatrale nel Regno Unito per sbarcare il lunario. I mesi finali della sua vita si alternano con il ricordo degli sfavillanti Anni Trenta, quando i produttori (uno spietato Louis B. Mayer, in questo caso) decidevano tutto della vita e dell'opera delle loro star. Il lavoro di Renée Zellweger nel dipingere una Judy che fosse qualcosa di più di una signora alcolizzata e umorale è stato notevole, ed è quello che rimarrà di un film che, per il resto, è fin troppo prevedibile e programmatico.
Judy
Il Verdetto
"Judy" è un biopic che riesce ad essere commovente senza diventare mai pietoso, con una performance entusiasmante di Renée Zellweger.