La morte corre sul fiume
La prima notte di nozze, l'attesa, il bacio, il coltello, ma soprattutto... la suspense!
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Recensione
Primo (e unico) episodio della carriera registica del celebre attore britannico Charles Laughton, The Night of the Hunter è un film assai divisivo, una sorta di fiaba dei fratelli Grimm che abbraccia un estetica gotica ed espressionista per proporre una levata di scudi contro il bigottismo ed il fondamentalismo religioso.
Concepito dalla prospettiva di un bambino, si dipana in una maniera che gli eventi siano immaginati con confusione e paura. Questo è un film disseminato di momenti inquietanti, ed è facile cadere vittime della sua struttura contorta.
La fotografia di Stanley Cortez è memorabile. Si tratta di un film visivamente ipnotico, con inquadrature che rimangono davvero impresse nella mente. Il gioco di contrasti con luci e ombre, una presenza che ammicca sulla collina o il chiaro di luna sull’acqua, tutto viene catturato.
Robert Mitchum è minaccioso e implacabile. C’è un effetto agghiacciante ogni volta che è sullo schermo, ma anche quando non lo è, il solo sapere che non è molto indietro è effettivamente inquietante. È un’esibizione di rabbiosa malizia, che prende forma in uno psicotico disilluso che è intenzionato a realizzare il suo obiettivo, a qualunque costo. Il film rimbalza tra il silenzio intimidatorio e il coinvolgimento ripugnante, senza mai lasciarti andare troppo lontano dal pericolo. Un vero maestro della suspense, Laughton sa metterti a disagio anche in un breve momento di risata, il tutto mentre l’orrore si avvicina, denso e avvolgente.