Parasite

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Scheda del Film

Titolo Originale
기생충
Paese
 South Korea
Casa di Produzione
Barunson E&A, CJ Entertainment
Regia
Bong Joon-ho
Producer
Bong Joon-ho, Moon Yang-kwon, Jang Young-hwan, Kwak Sin-ae
Sceneggiatura
Ideatore
Cast
Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-jeong, Choi Woo-shik, Park So-dam, Lee Jung-eun, Chang Hyae-jin, Park Myung-hoon, Jung Ji-so, Jung Hyeon-jun, Park Keun-rok, Jung Yi-seo, Cho Jae-myung, Jeong Ik-han, Kim Gyu-baek, Ahn Seong-bong
Durata
2 h 12 min
Data di Uscita
30 Maggio 2019
Generi
Commedia, Thriller, Drammatico
Budget
$11.363.000
Revenue
$257.591.776
Sinossi
Tutta la famiglia di Ki-taek è senza lavoro. Ki-taek è particolarmente interessata allo stile di vita della ricchissima famiglia Park. Un giorno, suo figlio riesce a farsi assumere dai Park e le due famiglie si ritrovano così intrecciate da una serie di eventi incontrollabili.

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Recensione

Sono gentili perché sono ricchi

Il potere dei trailer, negli ultimi anni, è cresciuto a dismisura. Si tratta di un veicolo promozionale fondamentale per l'industria cinematografica, e, tranne rarissime eccezioni, viene incaricato un regista distinto da quello del film per realizzarlo. Questo particolare ha creato, nel corso degli anni, delle situazioni spiacevoli per il sottoscritto, in cui il film "suggerito" dal trailer era profondamente diverso da quello effettivo.

Una sorta di "frode" a cui non si iscrive Parasite, il cui trailer, paradossalmente, è schietto.

Paradossalmente, perché Parasite è un film tutt'altro che schietto.

Parasite è il nuovo film di Bong Joon-Ho, regista sudcoreano che ha già all'attivo alcune pellicole che hanno suscitato molto interesse in Occidente (Memories of Murder, Mother...). Si tratta di uno di quei cineasti a tutto tondo, che rigorosamente si scrivono soggetti e sceneggiature da soli e che non escono con un film "tanto per", ma che in ogni pellicola mettono a fuoco un particolare tema, dandogli la propria interpretazione.

In Parasite il tema è il conflitto di classe, qualcosa che a noi italiani magari ricorda gli Anni Settanta ed Elio Petri, ma che probabilmente non ci interessa poi più molto, se guardate la nostra produzione filmica del 2019 tra sceneggiature originali e non. Per molti di noi la Corea del Sud è solo la nazione di LG e Samsung, o comunque rappresenta la Corea "buona" (e capitalista), non molti immaginano che si tratti di un posto con un'enorme disparità sociale, sia a livello di distribuzione di redditi che di discriminazione femminile.

La scelta registica di Bong Joon-Ho è quello di raccontare l'incontro di due famiglie, i poveri Kim e i ricchi Park. In un mondo così classista come quello sudcoreano questo può avvenire solamente in un regime di subordinazione. Il primogenito dei Kim, Ki-Woo, sostituisce un amico trasferitosi all'estero come insegnante privato della primogenita dei Park, mostrando un curriculum artefatto. Ed è solo l'inizio...

Dobbiamo prendere il loro posto. I ricchi sono davvero dei fessi

Tutta la parte iniziale di Parasite sembra una commedia degli equivoci con alcune trovate narrative tipiche di un heist movie. Ki-Woo riesce a insinuarsi nelle grazie della fragile e impressionabile signora Park per far assumere la sorella minore Ki-jung come insegnante d'arte del secondo figlio. Da lì a poco entrano in servizio anche il padre Ki-taek (autista del signor Park) e la madre Chung-sook (governante). Tutti ben retribuiti dai signori Park, che ignorano la loro parentela.

La furbizia vince? Non è così semplice, perché a un certo punto Parasite mostra un evidente turning point dove diventa letteralmente un altro film. E se non può essere sorprendente il fatto che il piano degli scaltrissimi Kim non trovi alcuna difficoltà, lo è sicuramente la piega che prende l'intero impianto narrativo, tipica di un thriller.

Bong Joon-Ho ha molti meriti nella costruzione di un film di oltre due ore che fino alla fine lascia lo spettatore sospeso perché non sa cosa attendersi dalla scena successiva. Innanzitutto in questa guerra tra poveri e ricchi (di cui sono consapevoli, però, solo i primi) non prende le parti di nessuno. I signori Park non sono, in generale, delle cattive o brutte persone, sono semplicemente inserite nello status quo sociale e lo danno per scontato. Lei è una svampita che a volte viene il vezzo di compatire, lui è un uomo brillante e di successo il cui forte classismo emerge soltanto in un piccolo (ma decisivo) particolare.

Ma la critica non viene risparmiata neanche ai Kim, soprattutto nella seconda parte del film. Essi, soprattutto i genitori, non mostrano alcuna volontà di emancipazione sociale. Si accontentano di godere del momento di fortuna, di percepire gli emolumenti ricevuti dai ricchi, senza pensare al futuro, a uscire da quella condizione di povertà. E' come se, implicitamente, accettassero di essere i poveri della situazione.

Il miglior piano nella vita è quello di non farsi mai dei piani

Senza spoilerare nulla, il senso metaforico e allegorico di questo film è potentissimo: i Kim vivono nei quartieri poveri, in un seminterrato, e sono periodicamente invasi da insetti, dei parassiti appunto. I Park vivono nei quartieri alti, e per raggiungere la loro splendida villa bisogna percorrere una lunga salita. La cura estetica e simbolica si riverbera anche in alcune scene memorabili, come quella dell'acquazzone. Il film è confezionato in maniera impeccabile, non indugia né è superficiale in nulla, tranne forse qualche sequenza di troppo nel finale. Ma, in fondo, dopo una storia così ricca di emozioni e sorprese, qualche riflessione in più era necessaria.

Locandina del Film "Parasite"
Parasite
Il Verdetto
Parasite ci ricorda il cinema impegnato che, con una sapiente costruzione scenografica e narrativa, non manca di attrarre un pubblico più vasto dei soli cinefili. Il risultato è un racconto non assolutorio su una società iniqua, per una pellicola che è un capolavoro.
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