Per un pugno di dollari
A suo modo è forse l'uomo più pericoloso che sia mai vissuto!
Scheda del Film
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Recensione
E’ difficile parlare di un film come Per un pugno di dollari a distanza di sessant’anni dalla sua uscita, e svicolare dalla tentazione di celebrarne puramente il mito. Sono poche le opere che possono aspirare al titolo di pietra miliare, e questo primo capitolo della collaborazione tra Sergio Leone, Clint Eastwood ed Ennio Morricone lo è senz’altro. Da qui partirà l’epopea non solo dei tre artisti menzionati, ma di un genere spurio come quello dei cosiddetti spaghetti-western.
Dopo una lunga gavetta come assistente e una (sfortunata) puntata nel genere peplum, il regista romano trova la ricetta perfetta: una trama essenziale (scritta da Leone e sodali saccheggiando La sfida del samurai di Kurosawa), riferimenti geografici molto vaghi, riferimenti storici quasi inesistenti, violenza anche gratuita, dialoghi taglienti ed ironici, i tempi dilatati e gli intensi primi piani in Technicolor. A condire il tutto, i rumori e suoni amplificati e le musiche epiche e incalzanti della colonna sonora di Morricone, che riesce al tempo stesso ad essere minimalista (il celebre fischio), memorabile ed evocativa.
Un budget esiguo (120 milioni di lire) per un successo planetario. Primo capitolo della trilogia del dollaro, che avrà altri due episodi sempre con Eastwood protagonista ma con un canone narrativo non lineare, e attori comprimari “riciclati” in altri ruoli.