3 Agosto 2020

La cronaca degli insetti umani

La cronaca degli insetti umani

La grandezza di Osamu Tezuka è indubbia e incontestabile. Stiamo parlando di un fumettista che in quarant’anni di carriera ha spaziato su generi, stili e storyboard, tra l’altro con una prolificità sovraumana: parliamo di circa 170000 tavole prodotte in carriera, e ogni tanto si scopre qualche inedito.

Tezuka è stato ben più che un grandissimo autore: è stato un pioniere (imponendo nel Dopoguerra il formato story manga sulle strisce), un innovatore (creando tantissimi generi, persino lo shojo) e, una volta trovato il largo successo di pubblico, non ha mai smesso di mettersi alla prova ed osare. Sul finire degli Anni Sessanta, dopo la nascita del movimento gekiga, Tezuka decise di abbandonare i manga per bambini/adolescenti, dedicandosi a tempo pieno alla produzione di fumetti per adulti, i cosiddetti seinen.

[letsinfoup] Alcuni autori adorano i loro personaggi e difficilmente sopportano che succeda loro qualcosa di brutto. Tezuka non è uno di questi: in questa seconda fase della carriera crea personaggi profondamente danneggiati e dannosi, e poi li fa rimbalzare sugli altri come galli da combattimento, per descriverne gli effetti.

La cronaca degli insetti umani è una delle opere dove questo approccio è più evidente: il suo personaggio principale è una donna che “ruba” le capacità creative di ogni persona con cui entra in contatto, imponendosi al pubblico e lasciando il “plagiato” in rovina. Le persone a cui Toshiko Tomura (o uno qualsiasi dei suoi molti altri nomi) “ruba” non sono molto meglio di lei – non sono quasi mai innocenti.

Una storia occidentale della stessa epoca probabilmente avrebbe avuto un ampio focus sul profilo psicologico della Tomura, spiegando perché è così com’è, con riferimenti ai suoi traumi infantili e quant’altro. Tezuka, che proviene da una tradizione diversa, mostra alcuni suggerimenti sul suo passato e su come la donna chiaramente non abbia una rapporto sano con esso, ma non c’è nessuna attenuante. La Tomura è cattiva e manipolatrice e assolutamente egocentrica: è proprio quello che è. E, poiché è quello che è, vincerà, anche di fronte a uomini più potenti e apparentemente spietati di lei.

La cronaca degli insetti umani è una lettura che lascia strascichi di disagio, tratto in comune con gli altri volumi di Tezuka di questa era: in un mondo pieno di furfanti e bastardi, c’è solo cattiveria e pugnalate alla schiena. Non ha la maestà soprannaturale di Kirihito o l’epica da saga familiare di Ayako (o la pura energia selvaggia di MW), quindi i suoi piaceri sono su scala più umana, e guidati da schadenfreude e confusione. Tezuka rende bene la cattiveria umana, creando versioni esagerate e su larga scala del tipo di meschini che vediamo ogni giorno. E’ un seinen manga misantropo, come ci si aspetterebbe dal titolo, ma meno convincente dei titoli coevi.

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