Terapia di gruppo 1: La stella danzante

Molto interessante questa nuova uscita di Manù Larcenet, primo esile volume di un'opera divisa in due parti. Interessante sia perché segna l'inizio nell'uso di una produzione digitale da parte dell'artista, sia per come narrativamente si muove al confine tra il memoir e un trattato ironico.

Le citazioni dei miti della poesia greca sono dissacranti e, al tempo stesso, molto profonde. Larcenet oscilla tra psicofarmaci ed autoanalisi nel ricordare ciò che diceva Platone (nel Fedro), ovvero che per essere poeti non basta la tecnica, ma occorre l'entusiasmo. E dove trovarlo, nell'epoca del disincanto?

Il tratto è pieno, colorato e in grado di sostenere le visioni metafisiche di questo tour de force psicoanalitico. La comicità è data tutta dai personaggi, che hanno fattezze molto buffe e superdeformed. Come già accaduto molte volte all'autore, la (micro)narrazione corre veloce, senza troppi sussulti.