Niente di vero

Niente di vero

3,99 

COD: 9788858438664 Categoria:

Descrizione

Genere: Narrativa, Memoir

Autrice: Veronica Raimo

Editore: Einaudi

Uscita italiana: 1 febbraio 2022

Formato: Rilegato, Ebook (176 pagine)

Sinossi: La lingua batte dove il dente duole, e il dente che duole alla fin fine è sempre lo stesso. L’unica rivoluzione possibile è smettere di piangerci su. In questo romanzo esilarante e feroce, Veronica Raimo apre una strada nuova. Racconta del sesso, dei legami, delle perdite, del diventare grandi, e nella sua voce buffa, caustica, disincantata esplode il ritratto finalmente sincero e libero di una giovane donna di oggi. Niente di vero è la scommessa riuscita, rarissima, di curare le ferite ridendo.

Niente di vero – Dove lo compri

Recensione

Niente di vero di Veronica Raimo è il classico caso di un’opera pluri-adorata dalla critica “ufficiale” che poi vai a soppesare con il gusto del pubblico e il risultato non è affatto plebiscitario (notare ad esempio la media-voto su Goodreads discreta ma non eccelsa); la prima ti fa vincere i premi (che a loro volta ti fanno restare in bacheca nelle librerie e quindi in classifica), il secondo fa alzare il sopracciglio a quelli come me, che di recente sono curiosi ma al tempo stesso restii ad affrontare opere di narrativa. Oltretutto questo libro appartiene ad un genere di recente molto di moda, il memoir con elementi di autofiction, che onestamente ha iniziato a stancare (sì è vero, ne ho scritto uno anch’io ma era il 2016…).

Alla fine mi sono comunque convinto ad affrontarne la lettura, e mio malgrado devo dare ragione a molti dei giudizi che ho letto da parte del pubblico dei lettori. Iniziamo proprio dal marketing librario più spicciolo, questo libro viene venduto come un libro ironico che dovrebbe far ridere, al punto che sulla quarta di copertina e sulla cartella stampa viene riportata la seguente menzione di Zerocalcare.

«Veronica Raimo è l’unica che mi ha fatto ridere ad alta voce con un testo scritto in prosa da quando ero adolescente»

Ora le cose sono due: 1) La frase di Zerocalcare si riferiva ad un altra opera della Raimo 2) Un personaggio che vive con un ricorrente senso del disagio come Zerocalcare apprezza un’opera che non fatica a suscitare disagio. Dico questo perché è veramente difficile pensare di ridere leggendo i brani di questo romanzo. Nei momenti migliori s’intravvedono delle freddure che funzionerebbero meglio su altri media o con una penna migliore. Soprassiedo sugli altri paralleli forzati dal marketing con Fleabag o soprattutto con Il Lamento di Portnoy.

Provando poi un commento più letterario in senso stretto, leggere la Raimo aiuta a comprendere meglio la differenza tra saper scrivere e saper narrare: l’autrice di Niente di vero è dotata di una capacità di prosa interessante e piacevole, ma la storia che costruisce è piuttosto piatta e noiosa. Si fa fatica ad empatizzare con le vecchie ferite leccate dalla voce narrante. E’ facile essere noiosi raccontando la noia, il difficile è saper raccontare il quotidiano.

Infine, un pensiero più personale su una 44enne che si trova ancora ad un capitolo emotivo dove le è necessario elaborare episodi dell’infanzia e dell’adolescenza che evidentemente l’hanno traumatizzata. Trattandosi di una coetanea, ahimè, questo dice molto sulla mia generazione.

Niente di vero
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Il Verdetto
"Niente di vero" è un memoir che oscilla tra il poco interessante e il dimenticabile.
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4.5

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