2 Gennaio 2019

Black Mirror: BanderSnatch

Black Mirror: BanderSnatch

Sul finire degli anni ’80, e per la prima metà degli anni ’90, in Italia si affermò una collana dedicata alla fascia di lettori pre-adolescenziali, quelli che frequentano gli ultimi anni delle elementari e le scuole medie. Si chiamavano “libri-game”, erano editi da Edizioni EL, casa triestina dedicata alla letteratura per ragazzi, ed avevano la particolarità di coinvolgere il lettore nelle scelte del protagonista, influenzando la trama e l’esito più volte. La collana era a sua volta divisa in generi (c’era il giallo, il fantasy, l’avventura, lo spionaggio…), e mentre per alcune saghe il meccanismo era essenziale e limitato alla scelta da bivio e al salto di paragrafo, per altre la faccenda diveniva più complessa e chiamava in causa dadi, abilità del personaggio, mappe e tanti altri elementi di un classico gioco di ruolo. Tra queste, spiccava per fama la saga di “Lupo Solitario”, realizzata da Joe Dever, tuttora presente nell’archivio di EL.

La serie di Charlie Brooker abbandona la critica tecnologica e ci propone un divertissement dove il discorso attorno al libero arbitrio è solo un pretesto per giocare.

La gran parte dei librigame che abbiamo letto in quegli anni era la traduzione e adattamento di una collana inglese chiamata “Choose your adventure”. Ed è proprio da un fittizio titolo di un libro di questa collezione che prende il nome l’episodio speciale natalizio 2018 di Black Mirror, chiamato Bandersnatch. Episodio reso ancor più speciale dal fatto di essere un vero e proprio film interattivo, dando allo spettatore la possibilità, in più segmenti dell’opera, di scegliere le azioni del protagonista, Stefan Butler.

https://www.youtube.com/watch?v=UmS4W5BS0OU

Bandersnatch è ambientato nel periodo-ossessione delle produzioni Netflix, ovvero i “meravigliosi” anni Ottanta. Un’epoca in cui i videogame, soprattutto nel mondo anglosassone, iniziavano a diventare materiale pop, elevando a figure di culto i loro realizzatori. Cito alcuni nomi reali come David Crane o Shigeru Miyamoto da un periodo in cui i giochi erano così “semplici” da poter essere realizzati da una persona sola, che si occupava di programmazione, grafica e sonoro. In Bandersnatch la popstar (e mito personale del protagonista) è Colin Ritman, gallina dalle uova d’oro della software house Tuckersoft. Stefan vuole diventare come il suo eroe, per questo propone la trasposizione videoludica del celebre libro del visionario Jerome F. Davies al boss della Tuckersoft. Riuscirà a realizzare il videogame (e il suo sogno) oltre a risolvere i problemi di relazione con il padre nati a seguito della mancata elaborazione del lutto materno?

Il canovaccio della trama è questo, ma vi posso assicurare che le scelte disseminate influiscono pesantemente sullo svolgimento. Esistono alcuni percorsi che portano a conclusioni relativamente premature, soprattutto nel minutaggio, ma praticamente tutte hanno un finale compiuto, dove il videogioco di Stefan viene recensito alla TV. Ovviamente, la votazione cambia, così come il retroscena. L’intento meta-narrativo di Bandersnatch è evidente: si racconta la creazione di un gioco partendo da un libro-gioco, all’interno di un contenitore customizzato come un gioco. La trama stessa, ed alcune delle sequenze che riguardano Colin e Stefan, riflettono sul libero arbitrio e su quanto sia reale o artefatto dalla società che ci circonda.

Ma non aspettatevi una raffinata riflessione alla Sliding Doors, perché Bandersnatch va preso per quel che è: un gigantesco divertissement, un esercizio di stile che induce e trasmette curiosità, anche coinvolgimento, ma non lascia molto altro. Per divertimento, avrete voglia di vedere tutti gli altri percorsi, un po’ come faceva il sottoscritto quando terminava il suo librogame. Ma tutto lì.

La serie di Charlie Brooker ci ha abituati a ben altro e questo (temporaneo, speriamo) abbandono della critica alla tecnologia e alla società moderna non sembra essere un “percorso” che noi amanti della serie vogliamo intraprendere.

Risorse Extra

Come avrete immaginato, Bandersnatch è pieno di curiosità disseminate lungo il percorso. Vi riporto alcuni link che potrebbero interessarvi e che vi consiglio di consultare dopo almeno una delle n visioni possibili dell’episodio.

  • Vulture ha pubblicato una lista completa degli easter eggs presenti in Bandersnatch. Si tratta in quasi tutti i casi di citazioni dagli altri episodi di Black Mirror
  • Il Post in un articolo che riassume i possibili finali dell’episodio.
  • Questo screenshot, invece, vi fornisce l’intero schema di flusso dell’episodio, con i diversi bivi di scelta.
  • Netflix ha pubblicato un sito web “ufficiale” della Tuckersoft, con il catalogo giochi (tra cui Bandersnatch)
  • Pare proprio che si possa inoltre giocare a Nohzdive, il titolo di Colin Ritman per lo ZX Spectrum, qui si spiega come
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Black Mirror: BanderSnatch
Cosa funziona
Il gioco delle scelte: tanti finali diversi
Le citazioni: molte, ironiche
Cosa non funziona
Un episodio che non lascia nulla oltre al gioco
Non tutti avranno la voglia di vedersi tutti i finali
6

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