Cosa succede se un gruppo di compagni di Università, ormai quarantenni, si ritrova per festeggiare il ritorno in città di due di loro? Una cena, magari un weekend fuori, e poi tutti di nuovo focalizzati nelle rispettive vite, con il gruppo destinato a rinverdire i fasti del passato con degli incontri sporadici. Dite la verità, è così che accade nella maggior parte dei casi, è fisiologico: sono pochi quelli che continuano a frequentarsi, qualche rapporto resta più saldo e magari cresce, ma non coinvolge l’intera gang. E’ la vita, ed è come ce l’hanno mostrata film significativi come Il Grande Freddo e Compagni di Scuola.
In Friends from College (Compagni di Università), la nuova serie TV che ha debuttato su Netflix, le cose vanno diversamente. Il ritorno a New York di Ethan e Lisa Turner (Keegan-Michael Key e Cobie Smulders) sembra scatenare un fenomeno di regressione relazionale dell’intero gruppo di amici, che non solo ricomincia a frequentarsi con cadenza ossessiva (l’intera stagione ha un arco temporale di pochi mesi), ma lo fa in una maniera piuttosto puerile, come se non fossero passati vent’anni. Nel giro di poche settimane, i sei amici si cimenteranno nel distruggere un minibus noleggiato per un tour di degustazione, rovinare un party matrimoniale, uccidere (o quasi) un coniglio domestico, simulare un furto in appartamento, essere multati per atti osceni in luogo pubblico e così via. Sebbene la sospensione dell’incredulità sia un’azione necessaria quando ci si avvicina a un’opera di finzione, il problema con Friends from College è la sensazione che gli autori abbiano pigiato sin troppo sull’acceleratore, finendo talmente sopra le righe da non vederle neanche più.
L’altro errore degli autori è stato quello di pensare, sulla scorta di alcuni esempi illustri (qualcuno ha detto Walter White e Saul Goodman?), che riempire il cast di personaggi “non virtuosi” potesse creare un’alchimia narrativa vincente. Non c’è che dire, in Friends from College tutti hanno i loro difetti. Direi di più, sono delle brutte persone, talmente sgradevoli e insopportabili che lo spettatore è portato a parteggiare con un personaggio (Felix, il compagno di Max) che probabilmente era stato pensato per emergere come quello “strano” e “asociale”. Invece è l’unico che abbia un po’ di sale in zucca, e gli vengono fatte dire delle sacrosante verità.
Friends from College è una serie deludente perché partendo da premesse e da un cast interessante (vorrei che l’ultimo ricordo di Fred Savage fosse ancora quello di The Wonder Years), sbaglia totalmente lo sviluppo dei caratteri e delle relative storyline. E’ sbilanciato negli equilibri (il personaggio di Marianne è relativamente superfluo), è sbilanciato nel disegnare i rapporti. Fallisce nell’essere una comedy, perché pur strappando risate qua e là, è piuttosto ripetitiva negli schemi. Non convince neanche come drama, dato che, paradossalmente, personaggi così egoisti non mostrano alcuna profondità o evoluzione. Perché queste persone, che in otto episodi finiscono di distruggere quel poco che erano riusciti a costruire nella vita, sono amiche tra di loro? Lo sono poi sul serio? Questa è la domanda più immediata, ma non l’unica, che viene da porsi. Sembra non esserci alcuna redenzione per dei caratteri così confusi, immaturi senza speranza. L’unica speranza è che non ci sia anche una seconda stagione.