Sinossi: Nel 2018, il demone Crowley e l’angelo Azraphel, ormai abituati agli usi e i costumi della Terra, tentano di prevenire la venuta dell’anticristo e la conseguente apocalisse.
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Recensione
Good Omens nasce come la trasposizione seriale dell’omonimo romanzo scritto a quattro mani da Neil Gaiman e Terry Pratchett nel 1990. Questo significa che tutto quel che viene raccontato a partire dalla seconda stagione è ex-novo e, per certi versi, ancor più sorprendente.
Se c’era qualcosa che aveva reso la prima stagione così popolare, era stata l’alchimia tra David Tennant e Michael Sheen nei panni rispettivamente del demoniaco cattivo ragazzo e dell’angelo troppo buono. Senza un’apocalisse che incombe sulle loro teste, la seconda stagione può dedicare tutto il tempo a mostrare Crowley e Azraphale come gli ineffabili mariti che sono e a noi questo ci va più che bene.
Ahimè, questo è uno show televisivo e una trama di qualche genere ci deve essere. Da questo punto di vista, la serie fatica ad aumentare la tensione della prima stagione. Ad essere onesti, è difficile battere l’apocalisse e l’anticristo come elementi guida della trama, anche se la seconda stagione riesce a generare un minimo di intrigo.
Trailer
