20 Maggio 2021

Halston

halston recensioneGenere: Biografico, Drammatico

Showrunner: Ryan Murphy

Cast: Ewan McGregor, Bill Pullman, Rebecca Dayan, David Pittu, Krysta Rodriguez.

Stagioni: 1

Episodi: 5

Durata media: 47 minuti

Sinossi: Ewan McGregor è il protagonista di questa miniserie che racconta la rapida ascesa e caduta del primo stilista americano delle celebrità. Creata da Ryan Murphy.

Se associo il nome di Ryan Murphy ad una serie biografica, penso a Feud, e mi sento ottimista. Se lo associo ad una serie Netflix penso a The Politician e Hollywood, e lo sono molto meno!

Cosa aspettarsi da una serie biografica di Ryan Murphy su Netflix, quindi? Mi sono avvicinato a Halston con molta curiosità, anche perché, da buon italiano fashion autarchico, non sapevo nulla su questo stilista americano. Ma non si tratta solo di sciovinismo patriottico: il nome Halston non mi diceva nulla, a differenza di Calvin Klein o altri suoi connazionali. Non era un caso, e dovevo capirlo: stiamo parlando di uno stilista che si era affermato per la sua esclusività (vestiva Jackie Kennedy e Liza Minnelli), e mentre sto scrivendo gli abiti Halston si trovano su Yoox a poche centinaia di euro...il fatto che Halston sia stata una specie di rockstar della moda, e che sia finito in disgrazia vendendosi il nome e non potendo più neanche firmare gli abiti, è uno dei temi portanti di questo biodrama.

La serie di Murphy è basata su un libro di Steven Gaines (Simply Halston), pubblicato trent'anni fa, all'indomani della scomparsa dello stilista. Non l'ho letto, e non so quanti tagli siano stati effettuati per mettere in piedi questi cinque episodi, di certo mi sembrerebbe strano che Gaines abbia totalmente trascurato l'infanzia e soprattutto l'ascesa di Halston nel fashion business. Eppure il primo episodio, intitolato appunto Origini, ci mostra brevissimi scampoli di un Halston bambino, per poi fare uno skip forward su di un Halston già adulto e affermato nel settore dei cappelli. Cos'è successo nel frattempo? Non lo sappiamo, e non avremo troppi indizi neanche dai flashback negli episodi successivi: un rapporto traumatico con il padre, un legame simbiotico con la madre, una spiccata sensibilità per l'arte.

Se questi vi sembrano dei cliché per un'artista omosessuale, beh, lo sono. E non è che l'inizio: tutto lo sviluppo della carriera di Halston è un gigantesco cliché. Le importanti amicizie femminili, la promiscuità sessuale, l'abuso di cocaina, il deliberato disinteresse per gli aspetti economico-finanziari della sua impresa, l'inaffidabilità, i festini, il lusso, gli sprechi. Manca qualcosa? Il dubbio che non si tratti di una cronaca verosimile ma di una semplificazione è forte. D'altronde l'assenza della fase formativa nella narrazione ci restituisce un personaggio manieristico e schiavo degli eccessi, che non si arriva mai a conoscere sul serio. L'interpretazione di Ewan McGregor è solida e convincente, ma è proprio la scrittura infarcita di luoghi comuni a restituirci un protagonista "piatto".

Come gli capita spesso, Ryan Murphy confeziona un prodotto esteticamente curato, "stiloso", con un cast di primo piano anche nei ruoli secondari (Bill Pullman, Vera Farmiga), ma che lascia sempre quel mix d'insoddisfazione e incompiutezza.

Halston
Il Verdetto
La mini-serie di Ryan Murphy è più una passerella cronologica della vita dello stilista, che un vero e proprio approfondimento sulla sua personalità.
Il parere dei lettori0 Voti
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5.5

Foto da Halston

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