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Sinossi: Ispirandosi alle avventure di Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo Assane Diop decide di vendicare il padre per un’ingiustizia subita per colpa di una ricca famiglia.
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Recensione
Come bisognerebbe trattare i classici della letteratura, anche quelli un po’ datati? Bisognerebbe lasciarli lì dove sono, a prendere polvere e vivere di gloria passata?
Io credo che un ottimo materiale di partenza sia sempre un preambolo per riletture interessanti, a patto di saperlo maneggiare con cura e sapienza. Il lavoro fatto con Lupin, per esempio, è riuscito bene. Fondere la storia di una vendetta di lungo corso con alcune delle avventure scritte da Maurice Leblanc è stato un ottimo lavoro di riscrittura.
Le (sparute) polemiche iniziali sull’affidare il ruolo principale all’attore franco-senegalese Omar Sy erano ridicole: questa produzione Gaumont non è un aggiornamento moderno del personaggio (come in Sherlock), bensì la storia di Assane Diop. E in una Francia contemporanea e decisamente multi-etnica, il cast rispecchia perfettamente questa diversità.
Lupin presenta una struttura narrativa piuttosto ricorrente: ogni puntata affianca un episodio del passato, legato all’adolescenza di Assane, e lo mette in parallelo con il presente. Corsi e ricorsi storici, direbbe Giambattista Vico, perché l’esito degli episodi vede un pattern comportamentale pressoché identico del protagonista.
La costruzione dei singoli “colpi” è ben fatta, soprattutto nei primi episodi, quando lo “spiegone” finale ci fa capire quanto tutto, anche degli apparenti contrattempi, fosse pianificato. La location parigina, l’ottima qualità di ripresa e il cast francese di rilievo rendono questa serie molto piacevole da guardare. Nelle puntate finali, conoscendo già i meccanismi, alcune soluzioni sono un po’ citofonate e prevedibili, mentre alcuni personaggi (in particolare la figlia del villain principale) mi sono sembrati poco sviluppati o con una vera necessità narrativa.
Si tratta di piccoli difetti in una serie che aspira ad essere più fantastica che poliziesca. Se amate Parigi, Leblanc, Omar Sy o tutte queste cose assieme, sono sicuro che non vi darà troppo fastidio vedere come un ricercato possa passeggiare a volto scoperto per le strade della capitale senza essere fermato o anche solo ripreso da qualche telecamera di sorveglianza.