Sinossi: Hulu fa un remake di una sitcom familiare dei primi anni 2000, costringendo il suo cast disfunzionale a riunirsi. Ora devono affrontare i loro problemi irrisolti nel mondo di oggi che è in rapido cambiamento.
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Recensione
Prima o poi doveva arrivare, no? Con tutta la sequela sterminata di prodotti seriali che sono stati sottoposti ad un reboot nelle ultime stagioni (molti vengono citati esplicitamente nella prima puntata), perché non realizzare una serie “su di un reboot“? Le premesse sono ottime: abbiamo un grande showrunner come Steven Levitan (Modern Family) e un cast ricco di talenti del genere: Keegan-Michael Key (Key & Peele), Judy Greer, Rachel Bloom (Crazy Ex-Girlfriend) e la leggenda Paul Reiser.
Reboot è “meta” in un modo in cui ormai siamo abituati a vedere (noi italiani soprattutto, allenati da Boris…), e gioca con intelligenza con tutti i cliché che il reboot di una serie si porta dietro: l’aggiornamento della scrittura per renderla “al passo con i tempi”, l’inserimento nel cast di un talent “contemporaneo” per acchiappare le nuove generazioni, e così via. Dove funziona meno, secondo me, è nell’orchestrare i conflitti tra i personaggi (Gordon e Hannah, Reed e Bree, ecc…): appare tutto abbastanza all’acqua di rose.
Nel complesso, comunque, Reboot avrebbe in canna degli archi narrativi per due-tre stagioni, peccato che chi di meta ferisce, di meta perisce e Hulu ha deciso di non rinnovarla…
Trailer
