Chi l’ha detto che il Natale sia soltanto sinonimo di sentimenti positivi e buoni propositi? Quanto spesso pranzi e cene con amici e (soprattutto) parenti si trasformano nei momenti ideali per riportare a galla vecchie tensioni e rancori?
Ne Il gioco di Natale (in scena al Teatro Trastevere dal 18 al 23 Dicembre) ci sono tre sorelle e i rispettivi mariti/compagni/ex riuniti a tavola per la cena della Vigilia. Innanzitutto la padrona di casa, Sonia (Giulia Fiume), un’insegnante di musica sposata con lo chef Piero (Emiliano Morana); poi il medico Veronica (Luisa Belviso) con il marito Luigi (Diego Migeni), ambizioso e lanciato brigadiere dei carabinieri; infine Celeste (Carlotta Sfolgori), fotografa emigrata in Irlanda, separata da tempo dall’agente immobiliare disoccupato Claudio (Danilo Giannini), invitato comunque a cena dal suo migliore amico Piero.
Il gioco di Natale è un incontro tra Jumanji e Perfetti Sconosciuti, una commedia originale e brillante, dai meccanismi narrativi ben oliati
La struttura narrativa dell’opera è suddivisa in due parti, “prima” e “dopo” della cena. Come facilmente immaginabile, la vicenda di Celeste e Claudio e del loro duplice invito e forzato ritrovarsi “regge” la prima parte dello spettacolo, tra gag situazioniste molto divertenti. Nel dopocena, invece, ecco emergere il vero protagonista, quel “gioco” del titolo che viene recuperato da qualche vecchio scaffale della casa dove vivono Piero e Sonia, quell’appartamento appartenuto ai genitori delle tre donne e luogo della loro infanzia.
In quel momento lo spettacolo si trasforma, passando da una classica commedia degli equivoci ad una specie di crossover tra Jumanji e Perfetti Sconosciuti, dove alcune scottanti verità che il pubblico intuisce già nella prima parte divengono il grimaldello per le “rese dei conti” famigliari. Nulla sarà più come prima, nel senso più drammatico e ineluttabile del termine.
Il gioco di Natale è una commedia ben congegnata che tratta in maniera originale il classico tema dei pranzi e delle cene di Natale in famiglia, con il pregio di non cedere mai alla banalità e al “punto morto”, per esempio scegliendo di non mostrarci il pasto vero e proprio, che funge da solo divisorio temporale, oppure proponendo un finale che solo superficialmente può sembrare “tronco”. I toni della commedia brillante riescono a smorzare anche le confessioni più indicibili, i dialoghi sono serrati e l’alchimia tra gli attori, e la declinazione dei rispettivi personaggi, è ottima. Emiliano Morana ha i tempi comici di un Montesano d’annata, Giulia Fiume è grintosa e passionale, Luisa Belviso elegante e dissimulatrice, Diego Migeni rude e dai modi spicci, Carlotta Sfolgori è la più idealista sognatrice, Danilo R.Giannini è invece l’impacciato dai nobili entusiasmi.
(Foto di Francesca Minonne)