12 Novembre 2018

Radice di Due

Radice di Due

Radice di Due è un calcolo matematico, il cui risultato è dato da un numero algebrico irrazionale.

Cosa c’è di meglio per descrivere l’andamento di una qualsiasi relazione sentimentale (ma non solo)? Tra alti e bassi, avvicinamenti e allontanamenti, casualità e causalità che s’intrecciano e la cui correlazione, spesso, ci sfugge. Come le leggi della matematica.

La nuova commedia diretta da Marco Zordan e interpretata al Teatro Trastevere da Luca Basile e Viviana Colais è una tenera e delicata storia che vede unite due esistenze, quelle di Geraldina e Tommaso, che si conoscono sin da bambini, abitano vicini, iniziano assieme l’avventura del liceo.

Radice di Due è un testo equamente diviso tra risata e malinconia che non perde mai la capacità di emozionare

Dove uno è insicuro e impacciato, l’altra è intraprendente e volitiva; Geraldina (Gerry) e Tommaso (Tom) insomma, sono profondamente diversi, come il gatto e il topo a cui si rifanno i soprannomi, ma in fondo sono così uguali da non poter scordare gli attimi preziosi dei semplici giochi infantili, la tenerezza degli sguardi adolescenziali, la bellezza della scoperta della sensualità, il desiderio di una vita da condividere.

Il testo di Adriano Bennicelli, vincitore di vari premi di settore, è da un decennio uno standard della commedia moderna, in grado di regalare sia momenti brillanti che situazioni più intime e riflessive. Un testo equamente diviso tra risata e malinconia, senza perdere mai la capacità di emozionare. Il pubblico non si perde una frase, uno scambio, una frecciata, il ritmo dei dialoghi e dei monologhi cadenza le fasi più serrate e quelle più intense.

Non è semplice raccontare a teatro una storia dipanata su più decenni, ancor di più con un layout scenografico ridotto all’osso (telefoni penzolanti, poco più), ma in soccorso arrivano le interpretazioni dei due attori, decisamente abili a modificare dizione, mimica facciale e linguaggio del corpo per sottolineare la variazione anagrafica di Tom e Gerry. La loro alchimia fa decollare una commedia che ha solo il bisogno di un “la” per rapire ed emozionare, e accendono il cuore della rappresentazione con una performance degna di un testo di qualità.

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