Genere: Avventura
Sviluppatore: Blazing Griffin
Distributore: Microïds
Piattaforme: iPad,iPhone,Nintendo Switch,PC,PlayStation 4,Xbox One
Data pubblicazione: Sep 19, 2019
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Recensione
Murder Mystery Machine, sviluppato da Blazing Griffin, propone un’esperienza da detective ambientata in una serie di omicidi da risolvere attraverso schemi logici e raccolta di indizi. Tuttavia, nonostante le intenzioni, il gioco è appesantito da una meccanica investigativa ripetitiva e rigida, che spesso degrada l’interazione a una serie di tentativi meccanici di combinazione degli elementi finché non si trova la connessione giusta.
Graficamente, Murder Mystery Machine cattura una discreta atmosfera noir grazie alla visuale isometrica e alla resa cupa delle ambientazioni. Ogni scena si presenta come un diorama, in cui i giocatori esplorano da una prospettiva dall’alto, cercando tracce, interrogando testimoni e collegando indizi su una “mind map” – un classico tabellone investigativo virtuale. Le ambientazioni sono evocative, richiamando l’atmosfera da classico telefilm poliziesco. Tuttavia, la resa visiva, per quanto efficace, è spesso limitata dalla scarsa interattività dei luoghi, che riduce la libertà investigativa e rende la raccolta di indizi fin troppo guidata.
Il cuore del gameplay risiede nell’assemblaggio di una rete di collegamenti tra indizi e scene del crimine. Ogni scena impone al giocatore di connettere correttamente determinati elementi, come il luogo dell’omicidio, l’arma e i sospetti, con l’obiettivo finale di risolvere il caso. Tuttavia, il gioco spesso forza il giocatore a “tentare e riprovare” ogni combinazione possibile, in quanto manca di suggerimenti chiari e una progressione logica ben strutturata. Questa limitazione si traduce in un’esperienza frustrante, soprattutto nei casi più complessi, in cui le deduzioni diventano una sequenza di tentativi ripetuti piuttosto che una vera riflessione deduttiva.
Uno dei principali difetti del gioco è la sua “mind map” che, anziché essere uno strumento di deduzione dinamica, costringe i giocatori a collegare elementi in un ordine spesso obbligato e poco intuitivo. Le connessioni corrette tra gli indizi possono sbloccarsi solo seguendo una combinazione predeterminata e spesso arbitraria, portando a una frustrazione in cui il pensiero creativo o investigativo risulta penalizzato. La sensazione finale è di una meccanica che, invece di permettere al giocatore di “risolvere” il mistero, lo invita a risolverlo “per tentativi”.
Nonostante i limiti strutturali, la trama generale e i personaggi mantengono un certo interesse. La protagonista, Cass, affiancata dal più esperto detective Nate, permette al giocatore di esplorare una storia di corruzione e cospirazioni che emerge gradualmente attraverso i singoli casi. Tuttavia, l’assenza di dialoghi vocali e il design un po’ statico dei personaggi riducono l’empatia e l’immersione, mentre la progressione narrativa rimane lineare e non consente reali scelte investigative che possano influire sull’esito dei casi.