Genere: Avventura grafica
Sviluppatore: Silvernode Games
Piattaforme: Linux, Mac, PC
Data pubblicazione: 7 Settembre 2022
Nine Noir Lives – Dove lo compri
Recensione
A volte bisognerebbe evitare di crearsi pregiudizi basati su screenshot o trailer. Nine Noir Lives è un titolo che, secondo me, con quell’impianto grafico difficilmente può attirare un videogiocatore “di una certa età” per nulla nostalgico della pixel-art. Ecco che lo stile “puccettoso” ai confini con il super-deformed può essere un limite di accesso, oltre che cozzare ideologicamente con il genere cinematografico a cui questo titolo di Silvernode Games strizza entrambi gli occhi, ovvero il noir classico.
Nondimeno, superata la diffidenza iniziale, Nine Noir Lives si rivela un gioco dal game design solido e appassionante, sicuramente derivativo, ma in maniera piacevole. I tropi del noir ovviamente si sprecano, nella trama e nei personaggi, ma in altrettanto misura sono tanti i riferimenti alle avventure grafiche classiche come Monkey Island.
L’interfaccia grafica presenta il classico puntatore multifunzione che, usando il tasto destro, fa scorrere le varie possibili interazioni con lo scenario: guardare, usare e…leccare, un’azione che oggettivamente è più di contorno perché innesca dei dialoghi gustosi, e che solo in due momenti contati sarà necessaria per mandare avanti il gioco. In basso a sinistro troverete l’inventario a scomparsa, anch’esso molto simile a quelli della Lucasarts. L’individuazione degli hotspot è semplice e intuitiva, i puzzle sono inizialmente lineari per poi diventare più creativi e “out of the box”. Dovete tenere presente che, in molti casi, sarete chiamati ad insistere su un determinato task (un’azione, un dialogo) per ottenere l’effetto sperato. Il livello di difficoltà non è impossibile ma neanche così semplice: esiste la possibilità di scegliere una story mode “semplificata”.
La storia è veramente ben scritta e credibile, l’unico limite secondo me è nell’eccessiva verbosità dei dialoghi (per fortuna skippabili con il click del mouse), che spesso rende prolisse anche le scene più banali. Ottimo invece il doppiaggio inglese.