L’isola dei cani

Scheda del Film

Titolo Originale
Isle of Dogs
Paese
 Germany,   United States of America
Casa di Produzione
Studio Babelsberg, American Empirical Pictures, Indian Paintbrush, Scott Rudin Productions, 20th Century Fox Animation
Regia
Wes Anderson
Producer
Scott Rudin, Wes Anderson, Jeremy Dawson, Steven M. Rales
Sceneggiatura
Wes Anderson
Ideatore
Cast
Bryan Cranston, Koyu Rankin, Bob Balaban, Edward Norton, Bill Murray, Jeff Goldblum, Kunichi Nomura, Fisher Stevens, Akira Takayama, Greta Gerwig, Ken Watanabe, Frances McDormand, Nijiro Murakami, Harvey Keitel, Liev Schreiber
Durata
1 h 41 min
Data di Uscita
23 Marzo 2018
Generi
Avventura, Commedia, Animazione
Budget
$62.770.198
Revenue
$64.241.499
Sinossi
Atari Kobayashi è una guardia di dodici anni che vive a Megasaki City, città giapponese di cui è sindaco Kobayashi. Quando, con un decreto esecutivo, tutti i cani domestici vengono esiliati in un'enorme isola adibita ai rifiuti, Atari si allontana da solo alla ricerca del suo cane Spot. Con l'aiuto di nuovi amici, inizierà un epico viaggio che deciderà il destino e il futuro dell'intera Prefettura.

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Recensione

In una stagione cinematografica che è scandita dalle uscite dei blockbuster dei vari franchise, fa piacere "scoprire" un film così sorprendente seppur poco pubblicizzato, nonostante il suo regista sia un autore cult come Wes Anderson.

Giappone, 2037. Il dodicenne Atari Kobayashi va alla ricerca del suo amato cane dopo che, per un decreto esecutivo a causa di un'influenza canina, tutti i cani di Megasaki City vengono mandati in esilio in una vasta discarica chiamata Trash Island. Atari parte da solo nel suo Junior-Turbo Prop e vola attraverso il fiume alla ricerca del suo cane da guardia, Spots. Lì, con l'aiuto di un branco di nuovi amici a quattro zampe, inizia un percorso finalizzato alla loro liberazione.

Forse è vero che la stop motion esalta lo stile di Anderson, d'altronde questo è il suo secondo film girato con questa tecnica. Ci sono temi importanti, incastrati tra le battute taglienti di questo film. L'emarginazione sociale, rappresentata dall'esilio forzato dei cani. Quel senso del dovere (tipicamente nipponico) che Ataru e i protagonisti canini condividono. La manovrabilità del popolo (bue), la scarsa umanità e comunicabilità dell'uomo rispetto ai suoi amici a quattro zampe,  suggellata dall'uso della lingua giapponese (non sempre tradotta).

La tematica ricca non appesantisce la narrazione: Anderson riesce a mantenerla viva e fluida nonostante i ripetuti (e voluti) flashback, che ci dipanano la storia per quel che è, senza grosse sorprese, fino al finale. L'isola dei cani si appropria di una tecnica particolare come la stop motion e ottiene quello a cui ogni opera d'arte dovrebbe aspirare: intrattiene raccontando, lasciando qualcosa dentro lo spettatore ai titoli di coda.

Locandina del Film ""
L’isola dei cani
Il Verdetto
L'isola dei cani, meravigliosamente animata in stop-motion, trova Wes Anderson al meglio nel raccontare una delle sue storie più affascinanti.
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8

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