Snowpiercer
Anno 2031. Chi conquista il treno, controlla il mondo.
Scheda del Film
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Recensione
Ispirato alla graphic novel francese “La Transperceneige”, Snowpiercer di Bong Joon-ho inizia in un futuro non troppo lontano, con l’umanità impegnata in un tentativo finale di arrestare la diffusione del riscaldamento globale una volta per tutte. Inutile dire che il piano fallisce in modo eclatante e fa precipitare il mondo in una nuova era glaciale che causa l’estinzione di tutte le forme di vita.
Fortunatamente il ricco industriale Wilford aveva realizzato per tempo un treno di lusso ad alta velocità che può girare il mondo senza fermarsi o subire gli effetti climatici esterni. Ora, gli ultimi resti dell’umanità risiedono sul treno: le persone benestanti che vivono a proprio agio in carrozze di lusso, e le masse povere e oppresse bloccate in spazi angusti e costrette a sussistere in barrette proteiche.
Dopo diciassette anni di condizioni disumane, le persone nel “fondo” stanno per esplodere e Curtis (Chris Evans) viene eletto a capo dell’insurrezione, seppur con riluttanza. Ci sono stati tentativi falliti in passato, ma il vecchio Gilliam (John Hurt) ha un’idea: uno dei prigionieri messi nel sonno criogenico, Namgoong (Kang-ho Song), era uno degli ingegneri originali del treno prima di trasformarsi in un drogato, e sa come farsi beffe del complicato sistema di porte chiuse, di carrozza in carrozza. Inizia così il viaggio dei fondaioli che sfidano le divisioni di classe, per arrivare in testa, affrontare Wilford e prendere il comando della locomotiva.
In tutti i suoi film, Bong ha sempre dimostrato di essere abile nel prendere le premesse generiche di una trama e girarle in modi nuovi e insoliti che soddisfano le aspettative di genere, sovvertendole ad ogni turno. Anche se la sola idea di guardare delle persone che cercano di farsi strada attraverso un treno inarrestabile può sembrare avere alcuni limiti visivi e drammaturgici, lui e la co-sceneggiatrice Kelly Masterson riescono sempre a mantenere le cose interessanti.
Dal punto di vista visivo, Snowpiercer non è mai meno che sorprendente poiché fornisce immagini elettrizzanti che vanno dal paesaggio desolato all’esterno a un acquario a grandezza naturale di una bellezza che è superata solo dalla sua implausibilità. Nonostante gli spazi ristretti, Bong presenta anche una serie di sequenze d’azione messe in scena in modo inventivo.
Da un punto di vista drammatico, il film è ugualmente efficace in quanto include la suspence del thriller, l’umorismo grottesco ma anche alcuni momenti drammatici che colpiscono, in maniera inaspettata.
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