In un avamposto d'alta quota, verso la fine della prima guerra mondiale, un gruppo di militari combatte a pochi metri di distanza dalla trincea austriaca, "così vicina che pare di udire il loro respiro". Intorno, solo neve e silenzio. Dentro, il freddo, la paura, la stanchezza, la rassegnazione. E gli ordini insensati che arrivano da qualche scrivania lontana, al caldo. Ordini telefonati che mandano i soldati a farsi impallinare come tordi.
Ermanno Olmi ha ammesso come l'idea di questa pellicola non sia nata spontaneamente in lui come avvenuto per le opere passate, ma gli sia stata proposta da RAI Cinema. Il regista ha però interiorizzato l'esigenza, ricordando i racconti del padre soldato nella Grande Guerra, riadattando dei brani del racconto "La paura" di Federico De Roberto, e alcune lettere e scritti di reduci del fronte austriaco.
Il risultato è una pellicola fatta di silenzi e di bisbigli, dove il nemico ufficiale è invisibile e si limita a lanciare cannonate e colpi di mortaio, mentre una contrapposizione più fredda ma anche più drammatica è quella che vede protagonisti gli ufficiali e i soldati semplici, costretti ad eseguire degli ordini suicidi vergati da qualche stratega seduto nel proprio ufficio di Roma. Non è un film d'azione, questo di Olmi, ma è segnato da alcune azioni significative: il suicidio di un soldato, le dimissioni di un ufficiale disilluso, l'errore di un sergente di lungo corso.
La fotografia vigorosa ed evocativa di Fabio Olmi ci immerge in un paesaggio ovattato dalla neve (si è girato ad oltre 1800 metri di altezza, anche le riprese interne), uno scenario testimone del tradimento compiuto da uno Stato indifferente nei confronti dei suoi giovani soldati, abbandonati al loro destino in una logorante guerra di trincea. Un plauso va anche al commento sonoro ideato da Paolo Fresu, calzante per le atmosfere permeate da un silenzio capace di esplodere, improvvisamente, nel fragore di un cannone.
"torneranno i prati" è un'elegante poesia che ci narra il conflitto per stigmatizzarlo, perché "la guerra è una brutta bestia che gira il mondo e non si ferma mai".
Torneranno i prati
Il Verdetto
"Torneranno i prati" è un film fatto di silenzi e di bisbigli, un'elegante poesia che ci narra il conflitto per stigmatizzarlo.