Dentro la notizia
È la storia della loro vita.
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Recensione
Per la serie “Si stava veramente meglio quando si stava peggio?”, pensereste mai che questo film ha ricevuto ben sette candidature agli Oscar? Eppure ancora oggi (basta guardare su Letterboxd) è molto quotato, e nella categoria “film sui media” c’è anche chi lo mette accanto a Network…roba da pazzi!
Dopo il clamoroso esordio con Voglia di Tenerezza, James L. Brooks realizzò questa rom-com con il più classico dei triangoli amorosi (lui ama lei che ama lui) e con delle malcelate ambizioni “alte” di satira televisiva, con lo scopo di riflettere sull’annosa dicotomia tra informazione e intrattenimento. Come il film di Lumet, penserete voi: no, perché è il copione stesso a non prendersi troppo sul serio, e quel commento sonoro zuccheroso che grida “comedy anni ’80” da tutte le note non aiuta. La scrittura dei personaggi è involontariamente (o forse no?) comica, ma non in senso positivo, perché le incoerenze si sprecano: il baricentro morale dovrebbe essere il personaggio di Jane, che però è anche la prima a invaghirsi dell’incompetente e belloccio (per gli anni Ottanta forse, con tutto il rispetto di William Hurt) Aaron. Tutti sono nevrotici, tutti sono confusi e confusionari, Brooks prova a recuperare le briglie con un finale insolito e non così scontato per una commedia, ma il tutto avviene dopo due ore in cui i tre protagonisti tentano di convincerci (inutilmente) quanto siano importanti per loro le rispettive carriere.
In questo disastro di film si salvano solo i personaggi femminili: in primis una spassosissima Joan Cusack con una ben costruita e pirotecnica scena della consegna del servizio TG che sarebbe stata poi ripresa e citata da molti altri (penso allo splendido The Newsroom di Sorkin); ma soprattutto Holly Hunter, che prende un ruolo abbastanza distante dai suoi toni e infatti scritto in origine per Debra Winger e lo rende più che accettabile, al punto da vincere l’Orso d’Argento a Berlino…erano tempi bui!