Furore
I Joad escono dalle pagine del romanzo che ha sconvolto milioni di persone!
Scheda del Film
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Recensione
Furore (The Grapes of Wrath), diretto da John Ford nel 1940 e basato sull’omonimo romanzo di John Steinbeck, è una pietra miliare del cinema americano. Il film riesce a condensare con straordinaria fedeltà il messaggio e l’intensità emotiva del romanzo, rendendolo uno degli adattamenti più riusciti della storia del cinema. Grazie alla straordinaria interpretazione di Henry Fonda e alla regia magistrale di Ford, Furore è un’opera capace di toccare le corde più profonde dello spettatore, proponendo una critica coraggiosa alla società americana dell’epoca, pur essendo prodotto da una grande major di Hollywood, la 20th Century Fox.
John Ford, famoso per i suoi western epici e il suo occhio per l’America rurale, si cimenta qui con una storia di disperazione e resistenza umana, ambientata durante la Grande Depressione. Il film segue la famiglia Joad, sfrattata dalla propria terra in Oklahoma e costretta a intraprendere un lungo viaggio verso la California, nella speranza di una vita migliore. La fedeltà al romanzo di Steinbeck è impressionante: il film cattura perfettamente lo spirito della lotta dei Joad e delle migliaia di famiglie vittime delle ingiustizie economiche e sociali. La sceneggiatura, curata da Nunnally Johnson, elimina alcuni elementi secondari del libro per condensare la narrazione, ma mantiene intatta la forza morale e politica dell’opera originale.
Visivamente, Furore è un capolavoro. Ford e il direttore della fotografia Gregg Toland (futuro collaboratore di Orson Welles per Quarto Potere) utilizzano il bianco e nero in modo magistrale per enfatizzare il contrasto tra il paesaggio desolato del Dust Bowl e la promessa (spesso ingannevole) della prosperità californiana. Ogni inquadratura è densa di significato, trasformando paesaggi e volti in simboli di resilienza e disillusione.
Henry Fonda, nel ruolo di Tom Joad, offre una delle interpretazioni più iconiche della sua carriera. Questo è il primo ruolo importante per l’attore, che riesce a incarnare perfettamente la complessità del personaggio: un uomo segnato dalla povertà, ma capace di crescere fino a diventare una voce di speranza e ribellione. Il suo celebre monologo finale, che racchiude il cuore pulsante del film, è un momento di pura magia cinematografica, un manifesto dell’empatia umana e della giustizia sociale.
L’intero cast di supporto è straordinario, con Jane Darwell che si distingue nel ruolo di Ma Joad, portando sullo schermo una commovente rappresentazione della resilienza materna.
Ciò che rende Furore davvero eccezionale è il suo messaggio sociale, audace per l’epoca. Ford non si limita a raccontare la storia di una famiglia, ma espone le profonde disuguaglianze economiche e la brutalità del sistema capitalista che ha distrutto i sogni del popolo americano durante la Grande Depressione. È straordinario che un film così critico della società americana sia stato prodotto da una major di Hollywood, a dimostrazione del coraggio di alcuni cineasti e studios nel voler affrontare temi scomodi.
La capacità di Ford di bilanciare il realismo sociale con momenti di lirismo visivo e narrativo conferisce al film una dimensione universale. Pur essendo profondamente radicato nel contesto della Grande Depressione, il messaggio di Furore è ancora oggi attuale, toccando temi come la lotta per i diritti dei lavoratori, la migrazione forzata e la resilienza umana.