Oppenheimer
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Scheda del Film
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Recensione
Nessun biopic è esente da interpretazioni e scelte autoriali. E’ impossibile raccontare la vita di un personaggio in maniera del tutto asettica, senza introdurre un giudizio o senza dipingerlo con una accezione anche solo vagamente positiva o negativa.
Se poi il personaggio in questione è J.Robert Oppenheimer, il rischio di camminare scalzi su un pavimento disseminato di vetri rotti è dietro l’angolo. Divisivo come pochi, il fisico statunitense ha introiettato nella sua figura il massimo dilemma etico di uno scienziato, finendone di fatto sopraffatto. Oppenheimer era una mente brillante, ma non al livello di alcuni suoi maestri (Einstein, Bohr) o coevi (Enrico Fermi). Non era affidabile nel calcolo matematico o nella fisica sperimentale. Quasi tutti i maggiori fisici occidentali lavorarono al Progetto Manhattan, ma lui ne fu direttore e si prese il titolo/onta di “padre della bomba atomica”, rimanendone legato (e marchiato). Una figura così complessa, discutibile e ambigua necessitava sicuramente di un autore abituato a maneggiare questo tipo di personaggi.
Oppenheimer è il dodicesimo film di Christopher Nolan, un maschio bianco etero-cis di mezza età a cui piace raccontare la crisi del maschio bianco etero-cis di mezza età. A differenza degli inizi di carriera, Chris non si avvale più della collaborazione del fratello Jonathan alla sceneggiatura; qui ha preso a piene mani il materiale della più celebrata biografia di Oppenheimer, ovvero American Prometheus (2005).
Un testo-fiume per un film-fiume (tre ore di durata): da sempre avvezzo a uno stile di narrazione non-lineare (eufemismo), Nolan manda in scena tre film paralleli che s’intrecciano sul grande schermo. Nel primo racconta la vita di Oppenheimer (Cillian Murphy), dagli studi fino al lancio dell’atomica e alle sue conseguenze; nel secondo mette in scena l’udienza-interrogatorio a cui il fisico venne sottoposto, in piena epoca maccartista (1954), per decidere la revoca del suo permesso di sicurezza; nel terzo, ambientato nel 1959, si assiste all’udienza al Senato per la conferma di Lewis Strauss (Robert Downey Jr.) alla carica di Segretario del Commercio.
Per chi non si è letto prima le biografie di tutti i personaggi coinvolti su Wikipedia, è interessante notare come queste narrazioni portano ad un twist “inaspettato” su almeno due dei personaggi-chiave. La duplicità è uno dei temi stilistici principali di Nolan, che ne adotta anche una cromatica per proporre un’intensità dialogica tra autenticità e reale. Il film è un capolavoro visivo e di attorialità moderna: il cast è impressionante anche nei ruoli più minori. Tornando alla questione iniziale, però, mi domando: Oppenheimer è un biopic onesto? Va detto che il regista ce la mette tutta per NON realizzare un’apologia di Oppenheimer: il tentativo riesce solo a metà anche per colpa del volto da cane bastonato di Cillian Murphy, che rende difficile incolpare Oppie anche per i suoi adulteri.