Triangle of Sadness

Scheda del Film

Titolo Originale
Triangle of Sadness
Paese
 Denmark,   France,   Germany,   Greece,   Mexico,   Sweden,   Turkey,   United Kingdom,   United States of America
Casa di Produzione
30WEST, ARTE, BBC Film, TRT, Turkish Radio & Television, Bord Cadre Films, Coproduction Office, Film i Väst, Heretic, Imperative Entertainment, Piano, Sovereign Films, Plattform Produktion, SVT, Svensk Filminspelning, Essential Films, ZDF, Svenska Filminstitutet, Eurimages, Medienboard Berlin-Brandenburg, The Danish Film Institute, Canal+, Ciné+, DR, Nordisk Film & TV Fond, BFI, MOIN Filmförderung Hamburg Schleswig-Holstein, SF Studios, Bac Films
Regia
Ruben Östlund
Producer
Philippe Bober, Erik Hemmendorff
Sceneggiatura
Ruben Östlund
Ideatore
Cast
Harris Dickinson, Charlbi Dean, Woody Harrelson, Zlatko Burić, Vicki Berlin, Dolly de Leon, Henrik Dorsin, Iris Berben, Jean-Christophe Folly, Amanda Walker, Oliver Ford Davies, Sunnyi Melles, Thobias Thorwid, Jiannis Moustos, Timoleon Gketsos, Alicia Eriksson, Carolina Gynning, Ralph Schicha, Arvin Kananian, Mia Benson, Stefan Gödicke, Nana Manu, Fredrik Quinones, Filip Roséen, Chidiegwu Chidi, Charlie Westerberg, Erik Andersson, Hamlet Talje Willoughby, Victor Köhler, Daniel Estehghari, Alfons Miari, Isak Barrow, Alexander Virenhem, Malte Gårdinger, Alfred Lindström, Augustine Kajue, William-Patrik Molvén, Florand Kaufeldt, Theodor Öhrn, Jin Zou, David Alexanderson, Olof Källström, Julian Redaelli, Egil Ahlenius, Carl Jood, Chand Smith, Malick Afocozi, Ludvig Fast, Victor Norlander, Anton Isaksson, Brian Kamara, Eric Svirins, Hugo Palm, Simon Bredenberg, Noa Del Castillo Hallberg, Ann-Sofi Back, Robert Rydberg, Robert Nordberg, Charlotte Brattin, Mira Uszkureit, Alex Schulman, Amanda Schulman, Emma Warg, Camilla Läckberg, Christina Saliba, Karin Myrenberg Faber, Linnea Olsson, Asta Stensson, Elsa Sjökvist, Johanna Ovelius, Shaniaz Hama Ali, Catrin Nilsson, Jacob Papinniemi, Mimmi Brundin, Melodie Von Sass, Ellen Dixdotter, Sofia Lücke, Ronja Kruus, Chris Westerstrom, Hedda Rehnberg, Robert Martufi, Hanna Oldenburg, Arnella Zetterström, Sepideh Mazloom, Eric Dernsjö, Nikolas Drosopoulos, Chrysanthi Theodosi, Maria Alexiou, Marilena Lampropoulou, Christos Ntoulas, Nikolas Chalkiadakis, Grace Milaszewski, Melina Marksaitis, Theresa Johannesson, Leocilyn Capanas, Nanette Lipponen, Maria Danica Herrera, Maria Grace Concepcion, Kristin Delfinado, Shanilou Del Mundo, John Michael Yadao, Freedom Ziad Ahmed, Robert Jomar, Garry Villador Deveratturda, Christopher Janiola, Mario Rowen Bugtai, Mohamed Lachras, Taye Nathanail, Athanasios Papaioannou, Alexandros Sargologos, Allen Bandiola, Nicolas Refin, Lontoc Rolyn, John Paul Paugio, John Paulo, Anne Brocklin Bergman, Johnny Bergman, Fredrik Wikingsson, Henrik Thott, Thomas Peteus, Magnus Jeansson, Stefan Martikainen, Britt-Marie Svensson, Arash Raoufi, Nafiseh Hadizadeh, Inga Hahn, Lennart Hahn, Linda Anborg, Karina Baldock Wiking, Olof Myhrman, Rebecca Fager, Hilde Fager, Emmylou Saguindel-Holmé, Ann-Marie Eriksson, Pål Svensson, Giorgos Kyriakopoulos, Pavlos Laoutaris, Eva Koroli, Alexia Mpogdanou, Giannis Papathymios, Achilles Vatrikas, Gianna Andritsaki, Dauda Coneth, Beh Solo Kone, Yussif Zakaria, Papa Cheik Jade
Durata
2 h 27 min
Data di Uscita
18 Settembre 2022
Generi
Commedia, Drammatico
Budget
$15.600.000
Revenue
$24.733.572
Sinossi
Carl e Yaya, una coppia di modelli, vive l'entusiasmo della Settimana della Moda di Milano prima di partire per un'esclusiva crociera a bordo di uno yacht nei Caraibi. Mantenuta in maniera impeccabile, l'imbarcazione è pilotata da un capitano di mare marxista e stravagante. La vacanza prende però una piega del tutto inattesa a causa di diversi eventi che si susseguono, da un'intossicazione alimentare a un attacco di pirati. Giunti su un'isola deserta, Carl, Yaya e i pochi altri passeggeri sopravvissuti dovranno abituarsi a vivere sotto le regole di un nuovo leader di gruppo: una cameriera filippina di mezza età.

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Recensione

Il termine “Triangle of sadness” si riferisce alle rughe che si formano tra le sopracciglia e che si fanno più evidenti, ad esempio, quando il nostro volto è preso da momenti di sorpresa, rabbia o preoccupazione. Il film di Ruben Ostlund lo fa emergere fin dai primi minuti, quando ad un provino una modella professionista riceve l’indicazione di distendere quella zona del viso in modo da nascondere le pieghe della pelle; imperfezioni che alcuni scelgono di nascondere per motivi di bellezza, essendo questa spesso la chiave del successo.

In Triangle of Sadness, l’apparenza è ciò che permette ai suoi bellocci protagonisti di guadagnarsi da vivere e muoversi nelle alte sfere della società. Vincitore della Palma d’Oro e candidato agli Oscar 2023 (miglior film, regia e sceneggiatura originale), questo film riesce facilmente ad attirare l’attenzione attraverso i temi caldi che tocca; tra questi, l’industria della moda, i ruoli di genere, l’ascesa degli influencer, i dilemmi e le ironie sulla mascolinità e i vantaggi che comporta l’essere fisicamente attraenti. Allo stesso modo, Triangle of Sadness compone una satira spietata che si scaglia contro coloro che ottengono il massimo dal sistema capitalista; un sistema privo di coscienza ed empatia, chiuso in una bolla di opulenza che Östlund non ha paura di scoppiare con lo stesso impeto con cui esce il vomito dalla bocca dei commensali indisposti.

Tuttavia, nonostante il gusto degli ingredienti, il film diventa l’equivalente di un frustrante pasto di tre portate che gradualmente disincanta il palato. Onorando il titolo, tre è il numero di capitoli in cui la pellicola divide la sua storia. E di gran lunga il primo è quello che tiene a galla la baracca. Lì incontriamo Carl, un giovane modello con una carriera in declino, e la sua ragazza Yaya, una prestigiosa modella e influencer che guadagna molti più soldi di lui. La questione monetaria scatena un’accesa discussione tra i due protagonisti; 25 minuti che funzionano alla perfezione, quasi con l’autonomia di un cortometraggio. Offrono uno sguardo affascinante sulle preoccupazioni che travolgono donne e uomini all’interno dell’industria del modeling e una società che impone regole rigide su dove ognuno appartiene. La narrazione incisiva in questo capitolo gode anche della grande chimica tra Harris Dickinson e la modella Charlbi Dean, prematuramente scomparsa nell’agosto dello scorso anno, ma riuscita a regalarci con Yaya un personaggio ricco di sfumature e autenticità.

Le cose che funzionano meno iniziano nel secondo capitolo. Carl e Yaya si imbarcano su uno yacht di lusso, il film accende i riflettori su un particolare gruppo di ricchi vacanzieri; persone con atteggiamenti nefasti e capricci che in un batter d’occhio fanno smettere al pubblico di preoccuparsi del loro benessere. E cosa c’è di meglio, perché non appena la barca entra in una situazione di crisi molto prevedibile, questa classe privilegiata —che intendeva godersi una piacevole serata in alto mare— è condannata a fare il bagno nella propria sporcizia, vittima della crudeltà della telecamera e della sceneggiatura. In questo segmento Östlund accumula una piacevole combinazione di umorismo nero, assurdo e scatologico senza cadere nel cattivo gusto. La sua messa in scena riunisce anche gli elementi ideali per emulare lo squilibrio e l’instabilità di una nave diretta verso la catastrofe. Il grosso problema con questo secondo capitolo è che la sua satira manca di acutezza e arguzia per risparmiarci almeno il discorso poco brillante di un ideologo marxista (lo stralunato comandante di Woody Harrelson) che rimprovera passeggeri ricchi e in preda al panico da un altoparlante. Il sermone era davvero necessario?

Nella terza e ultima parte del film, sembra che il regista finalmente chiarisca un punto. Insomma, poco importa se si ribalta la situazione e chi sta sotto prende il potere; prevarrà il rischio di essere corrotti e l’attrattiva fisica significherà ancora un trattamento speciale, anche se non necessariamente dignitoso. In sintesi, sembra che questo film abbia diviso e continuerà a dividere le opinioni.

Triangle of Sadness
Triangle of Sadness
Il Verdetto
In "Triangle of sadness" la corrosiva e disturbante critica sociale di Ostlund va perfettamente a segno solo nel primo capitolo, perdendosi successivamente in un esercizio di stile prolisso e non richiesto.
Il parere dei lettori0 Voti
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6.5

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