Genere:
Showrunner:
Cast:
Stagioni:
1
Episodi:
10
Durata media episodi:
55
Sinossi: Una presunta maledizione disturba la relazione di una coppia appena sposata mentre cercano di concepire un bambino mentre recitano nel loro problematico nuovo programma HGTV.
Dove vedere “The Curse” in streaming
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Recensione
The Curse è il frutto dell’ingegno di Nathan Fielder e i fratelli Benny e Josh Safdie, un’empia trinità dei più grandi autori del disagio. Dai suoi primi momenti fino alla sua bizzarra fine, la serie espone gli spettatori a un’abbondanza di ansia e perturbazione. Sebbene stilisticamente non siano l’un l’altro la corrispondenza più ovvia, Fielder e i fratelli Safdie condividono l’interesse nel portare il loro pubblico al limite di ciò che è confortevole per poi abbandonarlo lì, tanto attraverso gli esperimenti di Fielder sui limiti del possibile quanto con le bombe d’ansia dei due Safdie. La commedia di trasgressione sociale di Fielder – spesso definita superficialmente come cringe – e il realismo duro e illuminato da luci fluo dei Safdie possono a volte sembrare come se non avessero molto in comune, ma entrambi si dilettano nella mostruosità che si trova nella vita di tutti i giorni: i modi in cui il quotidiano può inaspettatamente diramarsi verso l’inferno.
Gran parte dell’imbarazzo iniziale della serie deriva dalla fiducia apparentemente sincera di Whitney e Asher nella loro missione. È immediatamente chiaro che il loro piano è in definitiva solo uno sforzo per trarre profitto dal rebranding della gentrificazione. Eppure insistono fermamente nei primi episodi sul fatto che “mentre i prezzi abbordabili potrebbero diminuire, le opportunità stanno aumentando” a Española grazie ai loro sforzi, come ad esempio aprire una caffetteria australiana di fascia alta e un costoso negozio di jeans firmati che nessun residente può permettersi. Tuttavia, le cose diventano più estreme man mano che lo show va avanti. La semplice parodia dei liberali millennial privilegiati che vogliono essere visti come indubbiamente buoni mentre raccolgono enormi profitti da una comunità inizia a diventare una critica più pervasiva della vita contemporanea.
Quindi, anche se The Curse scivola sempre più verso il misterioso, il vero orrore dello spettacolo, come nei precedenti lavori di Fielder e dei Safdie, risiede nell’impegno nel rappresentare la realtà. I personaggi principali di The Curse sono resi sempre più mostruosi grazie alla loro umanità, non nonostante essa. I momenti che ci rendono più comprensivi nei confronti di Whitney, Asher e persino di Dougie ci fanno anche rifuggire da loro, come la sottotrama sulla responsabilità di Dougie per la morte di sua moglie, o l’intensa solitudine e insicurezza dietro il bisogno di Whitney di essere apprezzata. Le forze soprannaturali non sono necessarie per rendere il mondo dello spettacolo un paesaggio infernale e orribilmente credibile. Lo stesso Asher lo riconosce nel penultimo episodio. Ammettendo in lacrime che, se non altro, la sua presenza è la vera rovina per la città, dice: “Sono io il problema, non è magia, sono una persona cattiva”.