28 Agosto 2014

La Roma multietnica di Amara Lakhous

La Roma multietnica di Amara Lakhous

La Roma multietnica di Amara Lakhous

Sebbene a molti sembri ancora come la più provinciale delle capitali europee, Roma è cambiata molto nei decenni, da come veniva narrata dai vari Gadda, Moravia e Pasolini, o da come veniva filmata da Fellini e dai neorealisti. Se vi aspettate di vederla rappresentata nel film di Sorrentino, poi, lasciate perdere: bel film, ma scenari da cartolina e lontani dalla realtà quotidiana tanto quanto la generazione sconfitta di idealisti ricco-borghesi che vengono narrati nella pellicola.

Ci voleva uno scrittore algerino, un “immigrato” per raccontare la Roma contemporanea? Direi proprio di sì. Il perché è presto detto: Roma è da alcuni anni una città multietnica. Non in senso ufficiale, quello è un primato che viene lasciato alle varie Londra e Parigi. Roma è multietnica in senso “ufficioso”, ovvero lo è “de facto”, perché da decenni le comunità cinesi, bengalesi, rumene e tante altre convivono con i romani di Testaccio e Trastevere (ma esistono ancora?) nonostante tutto. Nonostante politiche d’integrazione inesistenti o quasi, nonostante molti di noi si siano dimenticati (o non abbiano studiato) i tempi dell’emigrazione italiana.

Eppure esistono quartieri di Roma dove la coesistenza multietnica procede, dopo le ovvie difficoltà iniziali. Penso a Torpignattara, che ho raccontato qualche tempo fa; penso soprattutto a Piazza Vittorio, quartiere Esquilino, quello raccontato in questo bel romanzo di Amara Lakhous, “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”. Amara è nato ad Algeri, ma è giunto a Roma nei primi anni Novanta. Un esempio d’integrazione con lo spirito capitolino, cementificato dalla scrittura. Amara compone le sue opere direttamente in italiano, e dopo “Scontro di civiltà” ha prodotto altri romanzi sullo stesso genere.

Si tratta di un testo breve ma efficace. Con il pretesto dell’omicidio di uno dei condomini, un giovane e arrogante romano soprannominato “Il Gladiatore”, il romanzo presta la voce, in ogni capitolo, ad un personaggio differente, abitante della stessa palazzina o dei dintorni di Piazza Vittorio. Non mancano, ovviamente, i riferimenti ironici alle relazioni intra-culturali. Lo scontro di civiltà non è solo quello tra un algerino e un italiano, ma anche tra un napoletano, un romano e un milanese. I personaggi di Amara sono vivi, e coprono l’intero spettro delle comunità che popolano il quartiere Esquilino. L’abilità dell’autore è quella di cambiare tono e registro per ogni capitolo, proponendoci i diversi punti di vista su persone e episodi.

Una lettura molto piacevole e godibile. Per capire Roma, quella fuori dalle copertine.

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