Aleksandr Nevskij

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Recensione

Con Aleksandr Nevskij, Sergej Ėjzenštejn compie un gesto duplice e straordinariamente complesso: da un lato, realizza un’opera profondamente radicata nel contesto ideologico del suo tempo, dall’altro, firma un saggio cinematografico che travalica la propaganda e si erge come esempio di maestria formale ed espressiva. Uscito nel 1938, in piena ascesa dei totalitarismi europei, il film assume da subito una valenza simbolica: il racconto della resistenza del popolo russo contro l’invasore teutonico diventa, con trasparente intenzionalità, un’allegoria della minaccia nazista.

Una narrazione più accessibile, ma non per questo meno raffinata

Rispetto ai lavori precedenti di Ėjzenštejn – La corazzata Potëmkin o Ottobre, per citarne due – Aleksandr Nevskij si presenta come un film più leggibile, più ancorato a una narrazione classica. La storia del principe russo che guida il suo popolo contro l’Ordine Teutonico si sviluppa secondo uno schema epico-lineare, con un eroe carismatico al centro e una progressione che culmina nello scontro risolutivo. Tuttavia, Ėjzenštejn non rinuncia mai alla sua vocazione sperimentale, ma la incastona con precisione dentro i confini del racconto convenzionale, dimostrando come la forma possa convivere con la funzione, e anzi potenziarla.

La battaglia sul lago ghiacciato: apice formale e narrativo

Il cuore pulsante del film, nonché la sua sequenza più celebrata, è senza dubbio la battaglia sul lago ghiacciato, che occupa ben 37 minuti, ovvero circa un terzo dell’intera durata dell’opera. Qui, Ėjzenštejn raggiunge vette altissime di messa in scena: la coreografia dei corpi, il fluire delle masse, l’uso magistrale del montaggio come strumento di tensione e suggestione visiva, tutto converge in un climax travolgente che è insieme spettacolo e astrazione.

L’alternanza tra inquadrature brevi o brevissime, primi piani intensi e campi lunghi, non è solo una scelta estetica, ma un vero e proprio linguaggio che articola il conflitto su più livelli: umano, spirituale, politico. Il montaggio crea “urti visivi” che agiscono come energia cinetica, sottolineando il caos della battaglia ma anche la sua struttura sotterranea, quasi musicale. La neve che copre il campo, i corpi che affondano nel ghiaccio, le armature che brillano come presagi: ogni elemento è parte di un disegno visivo che oscilla tra il realismo simbolico e l’espressionismo.

La musica che dà forma all’immagine: Prokof’ev e il montaggio polifonico

La vera novità, e forse il contributo più rivoluzionario del film, risiede nella simbiosi creativa tra Ėjzenštejn e Sergej Prokof’ev. In Aleksandr Nevskij, immagine e suono non sono più elementi che si accompagnano, ma diventano una sola struttura espressiva, concepita fin dalle prime fasi del progetto. Il concetto di “montaggio polifonico” si manifesta nella perfetta adesione tra ritmo musicale e movimento delle immagini: le marce militari, le arie solenni, i momenti di tensione sono sincronizzati con lo scorrere delle sequenze, al punto che la colonna sonora sembra dettare i tempi del racconto visivo.

Questo approccio anticipa di decenni una concezione moderna del cinema come arte totale, dove i linguaggi non si sommano ma si fondono. È una coreografia non solo visiva ma anche acustica, in cui ogni nota rafforza l’intensità di uno sguardo, ogni accordo accompagna un gesto, una caduta, una vittoria.

Politica e propaganda: l’eroe sovietico

Non si può ignorare la funzione propagandistica del film. La figura di Aleksandr Nevskij – interpretato con ieratica imponenza da Nikolai Cherkasov – incarna l’ideale dell’eroe popolare, pronto a sacrificarsi per la patria, guida spirituale e militare insieme. Il sottotesto è esplicito: il nemico, che indossa croci nere e parla una lingua gutturale, è una caricatura inquietante dei nazisti; l’unità del popolo russo, guidato da un leader infallibile, prefigura l’ideologia stalinista.

Eppure, il film riesce a trascendere la pura funzione ideologica, grazie all’intensità delle sue immagini, alla forza plastica del suo montaggio, alla coralità epica che attraversa ogni sequenza. Il messaggio politico, pur fortemente marcato, non appiattisce mai la complessità visiva e sensoriale dell’opera.

Aleksandr Nevskij
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7.1

Scheda del Film

Titolo Originale
Александр Невский
Paese
 Soviet Union
Casa di Produzione
Regia
Sergei Eisenstein, Dmitriy Vasilev
Producer
Sceneggiatura
Sergei Eisenstein, Pyotr Pavlenko
Ideatore
Cast
Nikolai Cherkasov, Nikolai Okhlopkov, Andrei Abrikosov, Valentina Ivashyova, Lev Fenin, Sergei Blinnikov, Nikolai Arsky, Varvara Massalitinova
Durata
1 h 52 min
Data di Uscita
24 Novembre 1938
Generi
Drammatico, Storico, Guerra
Budget
Revenue
Sinossi
Russia, Tredicesimo secolo. Il Principe Nevskiy ferma l'avanzata dei Cavalieri Teutonici.

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Voto Finale