Dove vedere “Drive” in streaming
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Recensione
Guardando Drive non mi stupisco che sia così tanto piaciuto ad un certo tipo di critica e pubblico, al punto da diventare un instant cult: minutaggio contenuto, colonna sonora impeccabile, costruzione che alterna, in un unico personaggio, tenerezza a fredda determinazione in un continuo oscillare di emozioni. Tutto questo per raccontare in chiave postmoderna la favola dello scorpione e la rana. Insomma, un film stiloso che, complice un regista danese engagé, grida arthouse da ogni fotogramma.
Sarei anche disposto ad accodarmi al plauso collettivo, la messa in scena lo merita, la scrittura un po’ meno. Adattato da un romanzo di James Salis, la sceneggiatura compie delle lievi ma decisive modifiche narrative che contribuiscono a rendere il personaggio di Ryan Gosling (che saccheggia a piene mani Ryan O’Neal in un film di Walter Hill) fin troppo idealista e disinteressato, e il personaggio di Carey Mulligan la classica indifesa rescue girl da tropo hollywoodiano. Ottimo Albert Brooks nel ruolo del malavitoso, prezioso Bryan Cranston nell’unire i due filoni narrativi, quello delle corse (che è posticcio, nel libro non esiste) e quello criminale.