La parola ai giurati

La vita è nelle loro mani. La morte è nelle loro menti!

Scheda del Film

Titolo Originale
12 Angry Men
Paese
 United States of America
Casa di Produzione
United Artists, Orion-Nova Productions
Regia
Sidney Lumet
Producer
Henry Fonda, Reginald Rose
Sceneggiatura
Ideatore
Cast
Martin Balsam, John Fiedler, Lee J. Cobb, E.G. Marshall, Jack Klugman, Edward Binns, Jack Warden, Henry Fonda, Joseph Sweeney, Ed Begley, George Voskovec, Robert Webber, Rudy Bond, Tom Gorman, James Kelly, Billy Nelson, John Savoca, Walter Stocker, John Gavin
Durata
1 h 36 min
Data di Uscita
10 Aprile 1957
Generi
Dramma
Budget
$350.000
Revenue
$1.000.000
Sinossi
Dodici giurati sono riuniti in consiglio per decidere della sorte di un diciottenne accusato d'omicidio. Undici lo ritengono colpevole. Soltanto uno, Davis, lo considera innocente; trattandosi di una possibile condanna a morte, è necessaria l'unanimità. Con appassionata eloquenza e con il rigore dei suoi ragionamenti, Davis convince gli altri uno a uno che l'accusa non regge.

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Recensione

12 Angry Men è il film letteralmente più “sudato” di sempre, un primato che contende ad un altro film di Sidney Lumet, Dog Day Afternoon. Il sudore è un espediente visivo per esacerbare la tensione tra i personaggi, un “trucco” che non si usa più. E’ soprattutto un film che potrebbe essere usato da esempio da chi ritiene che le sceneggiature “teatrali” siano ottime anche al cinema. Ho messo le virgolette perché lo script di Reginald Rose venne pensato e scritto per uno sceneggiato televisivo, uno di quelli che andavano di moda negli Anni Cinquanta, finendo poi riadattato da Lumet. Ciò non toglie che si tratta di una sceneggiatura perfetta anche per il palcoscenico (dove debutterà qualche anno dopo, nel 1964).

La sceneggiatura di Rose lavora per sottrazione. E’ un procedural drama, ma non si vede il classico dibattito in aula con giudice e avvocati, s’intravede a malapena l’imputato. Si discute un omicidio che ci viene raccontato pezzo per pezzo nel corso del film. Raccontato, non mostrato. Non c’è nessun flashback, nessuna origin story. La scena resta per tutti i 90 minuti all’interno di una singola location. Dei giurati non sappiamo nulla, neanche il loro nome, vengono chiamati per numero. Impariamo a conoscerli e a comprendere il loro carattere nel corso della discussione. E’ chiaro che il giurato che fa rispettare il ragionevole dubbio è quello che emerge di più; non solo perché è interpretato da Henry Fonda, ma perché è quello che si rifiuta di cedere pigramente alle impressioni e ai pregiudizi. In seguito, tutti hanno il loro cono di luce, tutti hanno un’evoluzione nel pensiero: semplicemente, tutti iniziano a dubitare, ciascuno con i propri modi. Il cast fa impressione per la qualità attoriale messa in scena: oltre a Fonda, ci sono Martin Balsam (una specie di attore feticcio per Lumet), Jack Klugman e molti altri ottimi interpreti dell’epoca. Fa impressione anche vedere una giuria così poco inclusiva, dodici maschi bianchi, ma era il ’57. Per ottenere un cast più diverso, bisognerà aspettare quarant’anni e una riedizione del film, diretta da William Friedkin.

La parola ai giurati
La parola ai giurati
Il Verdetto
L'esordio alla regia di Sidney Lumet è un classico moderno sul ragionevole dubbio, un capolavoro di scrittura, messa in scena e recitazione.
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9

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