Los Angeles. Una rapina a un importatore di diamanti che avrebbe potuto dare un ottimo bottino con un rischio calcolato si trasforma in una sparatoria che costringe i malviventi a una fuga disordinata. C'è però un punto di ritrovo prestabilito da Joe, il loro capo. Si tratta di un deposito abbandonato che viene raggiunto per primi da Mr. White e Mr. Orange gravemente ferito. Ognuno degli appartenenti alla banda ha finora conosciuto gli altri solo con il nome di un colore per evitare eventuali delazioni. Ma è proprio il dubbio che al loro interno si nasconda un infiltrato della polizia che comincia a tormentare i soggetti che, progressivamente, raggiungeranno il punto di raccolta.
Sarebbe molto riduttivo definire "Reservoir dogs" un heist movie, per almeno due motivi:
la trama del film è concentrata sul "dopo" del colpo, che non viene sostanzialmente né mostrato, né descritto;
Si tratta del primo film di Quentin Tarantino, e getta tutti i semi del suo stile cinematografico;
Tuttavia, sarebbe anche molto miope sottovalutare le influenze, estetiche e di scrittura, che questa pellicola ha avuto nel revival del genere negli Anni Novanta.
Tarantino aveva iniziato a farsi un nome ad Hollywood come sceneggiatore sul finire degli Anni Ottanta, venendo spinto dietro la macchina da presa dall'incontro con il produttore Lawrence Bender. Il coinvolgimento di Harvey Keitel, entusiasta della sceneggiatura, portò il budget del film da irrisorio (30mila dollari) a basso (1.2 milioni), ma comunque sufficiente per mettere insieme un cast di Attori con la "a" maiuscola. Oltre a Keitel ci sono Steve Buscemi, Chris Penn, Tim Roth e Michael Madsen, che sarebbe diventato un attore-feticcio per il buon Quentin.
Cast a parte, il low-budget si nota nei dettagli: tre o quattro location, un singolo vestito di scena per quasi ogni personaggio, i mitici completi ispirati ai Blues Brothers che a loro volta ispirarono gli outfit di un'omonima (e trascurabile) trasmissione televisiva nostrana.
In questi vincoli però sia il Tarantino autore che il Tarantino regista si muovono con agilità e ispirazione. Le Iene è un'esemplare anteprima del cinema tarantiniano, con l'ambiguità morale dei personaggi, la tensione crescente, il linguaggio volgare, la violenza grafica (anche se più realista rispetto alle estetizzazioni delle pellicole successive). E' la talentuosa capacità del buon Quentin nell'aver assimilato la lezione dei Maestri nel tanto cinema divorato fin da bambino, per produrre un'opera identitaria con il suo autore, non un mero festival del citazionismo.
La trama è non lineare, e alterna i flashback del reclutamento con l'azione dopo "il colpo". Questo aspetto consente di presentare con efficacia i personaggi e lasciarli crescere nei dialoghi taglienti. Anonimi solo nell'anagrafica cromatica, sono tutti memorabili, così come la colonna sonora.
Le Iene
Il Verdetto
Fremente di intelligenza ed energia, "Le Iene" apre la carriera cinematografica di Quentin Tarantino e ne definisce, da subito, lo stile incisivo.