Mad Max: Fury Road

Il futuro appartiene ai folli

Scheda del Film

Titolo Originale
Mad Max: Fury Road
Paese
 Australia,   United States of America,   South Africa
Casa di Produzione
Village Roadshow Pictures, Warner Bros. Pictures, Kennedy Miller Productions, RatPac Entertainment
Regia
George Miller
Producer
George Miller, Doug Mitchell, P.J. Voeten
Sceneggiatura
George Miller, Nick Lathouris, Brendan McCarthy
Ideatore
Cast
Tom Hardy, Charlize Theron, Nicholas Hoult, Hugh Keays-Byrne, Zoë Kravitz, Riley Keough, Rosie Huntington-Whiteley, Abbey Lee, Courtney Eaton, Josh Helman, Nathan Jones, John Howard, Richard Carter, Iota, Angus Sampson, Jennifer Hagan, Megan Gale, Melissa Jaffer, Melita Jurišić, Gillian Jones, Joy Smithers, Antoinette Kellerman, Christina Koch, Jon Iles, Quentin Kenihan, Coco Jack Gillies, Chris Patton, Stephen Dunlevy, Richard Norton, Vincent Roxburgh, John Walton, Ben Smith-Petersen, Russ McCarroll, Judd Wild, Elizabeth Cunico, Greg Van Borssum, Rob Jones, Sebastian Dickins, Darren Mitchell, Crusoe Kurddal, Shyan Tonga, Cass Comerford, Albert Lee, Ripley Voeten, Riley Paton, Maycn Van Borssum, Hunter Stratton Boland, Nathan Jenkins, Fletcher Gill, Whiley Toll, Ferdinand Hengombe, Gadaffi Davsab, Noddy Alfred, Jackson Hengombe, Christian Fane, Callum Gallagher, Abel Hofflin, Lee Perry, Hiroshi Kasuga
Durata
2 h 00 min
Data di Uscita
13 Maggio 2015
Generi
Azione, Avventura, Fantascienza
Budget
$150.000.000
Revenue
$378.858.340
Sinossi
Ossessionato dal suo turbolento passato, Mad Max crede che il modo migliore per sopravvivere sia muoversi da solo, ma si ritrova coinvolto con un gruppo in fuga attraverso la Terre Desolata su un blindato da combattimento, guidato dall’imperatrice Furiosa. Il gruppo è sfuggito alla tirannide di Immortan Joe, cui è stato sottratto qualcosa di insostituibile. Furibondo, l’uomo ha sguinzagliato tutti i suoi uomini sulle tracce dei ribelli e così ha inizio una guerra spietata.

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Recensione

Oltre ad aver di fatto messo il cinema australiano “sulla mappa” e aver di fatto creato l’estetica più mainstream del cinema distopico post-atomico, George Miller ha avuto di suo una carriera a dir poco imprevedibile. Dopo aver creato Mad Max, infatti, dalla seconda metà degli Anni Ottanta ha virato su produzioni più classiche di stampo hollywoodiano, film drammatici in odore di statuetta, Oscar che ha poi vinto con l’eccentrico film d’animazione Happy Feet. Diciamo che Miller ha sempre avuto difficoltà nel restare nelle maglie produttive del cinema made in USA, per questo la sua filmografia dagli Anni Novanta si è rapidamente diradata e il suo nome è stato spesso associato a progetti abbandonati o per cui il regista australiano è stato sostituito da qualche collega. Miller è sempre stato un autore poco avvezzo ai compromessi, soprattutto quelli di natura commerciale: la stessa trilogia originale di Mad Max, pur nata in un’epoca priva di universi e multiversi, è una saga anomala, in quanto le tre pellicole possono essere facilmente inquadrate come film auto-consistenti.

Ecco perché, alla notizia di un suo rinnovato coinvolgimento in Mad Max, c’era la certezza che non si trattasse del classico sequel/reboot di stampo hollywoodiano. A trent’anni di distanza dal terzo capitolo, Mad Max: Fury Road è cronologicamente posteriore, anche se in maniera approssimativa, e presenta un efficace rinnovamento di quell’estetica così seminale creata dalla trilogia originale (Hokuto No Ken dice nulla?). Il protagonista non è più Mel Gibson (che aveva rifiutato ogni tipo di coinvolgimento) ma un Tom Hardy che, con la sua fisicità, aiuta a gestire la transizione di Max ad uno stato ancor più solitario e primordiale rispetto ai primi episodi. Egli è ancor meno eroe del solito (un non-eroe?), cedendo di fatto il ruolo all’Imperatrice Furiosa di Charlize Theron, il vero personaggio chiamato all’azione di redenzione.

Per quanto riguarda la messa in scena, Fury Road tiene fede al suo nome, presentando per la quasi totalità delle due ore azione pura su strada. Questo film è un colossale inseguimento, e l’abilità di Miller nel gestire tagli e inquadrature su tutti i lati della “blindocisterna” (in originale war rig) sarebbe da insegnare alle giovani leve che millantano libertà creativa ma si limitano a timbrare il cartellino e a girare con green screen.

Mad Max: Fury Road
Mad Max: Fury Road
Il Verdetto
A distanza di trent'anni George Miller reinventa esteticamente e narrativamente il personaggio di Mad Max producendo il miglior episodio della saga.
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8.5

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