All'indomani della sconfitta inflitta a Sonny Liston nel 1964, il giovane pugile Cassius Clay incontra Malcolm X, Sam Cooke e Jim Brown. Durante il corso della serata, finiranno per cambiare la storia degli Stati Uniti del sud e della segregazione razziale, definendo l'idea di un nuovo mondo per loro e per la loro comunità.
Negli Anni Sessanta la questione razziale negli Stati Uniti era arrivata al culmine dello scontro socio-politico al punto che, nonostante emergessero regolarmente delle personalità afroamericane di portata massmediale, anch'esse dovevano sottostare alle regole della segregazione. Eccellenze dello sport e della musica come Cassius Clay, Sam Cooke e Jim Brown potevano raccogliere successi nei rispettivi ambiti, ma agli occhi della maggioranza bianca restavano dei "negri" che potevano avere accesso solo a spazi pensati per loro. I tempi erano comunque maturi affinché la comunità afroamericana raggiungesse una vera e completa emancipazione, grazie anche al lavoro di propaganda portato avanti da personaggi come Malcolm X.
One Night in Miami... racconta un fatto reale, ovvero l'incontro tra queste quattro forti personalità, avvenuto nel Febbraio del 1964 all'indomani della vittoria del titolo mondiale da parte di Clay. Il fatto è reale, lo svolgimento è fiction raffinata: nessuno sa veramente cosa si siano detti, lo possiamo immaginare sulla base delle loro personalità e delle loro scelte di vita successive. L'immaginazione è quella di Kemp Powers, che ci ha scritto una piece teatrale e che l'ha adattata per questo debutto come regista di Regina King, attrice di lunga gavetta e che di recente abbiamo visto nella serie TV di Watchmen.
L'impostazione di One Night in Miami è quindi teatrale: i quattro personaggi chiusi in una stanza d'albergo a confrontare le loro idee sul futuro della loro comunità. Le idee non collimano: c'è chi è convinto di gestire i padroni bianchi con profitto e senza cercare il conflitto (Cooke) e chi invece è radicalizzato nel suo progetto di rivoluzione (Malcolm X, che avrebbe poi anche affiliato lo stesso Clay nella sua conversione all'Islam e nel conseguente cambio di nome in Muhammad Ali). Chi ha ragione? Il film non prende le parti, è ben diretto e ben recitato. Gli attori sono somiglianti ma non si arriva al totale scimmiottamento.
Quella notte a Miami…
Il Verdetto
Una riflessione potente su figure storiche della comunità afroamericana, "One Night in Miami" è un ottimo debutto registico.