St. Elmo’s Fire
Scheda del Film
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Recensione
Il Grande Freddo del Brat Pack? Non proprio. Noto soprattutto per aver generato il nome del famoso gruppo di attori emergenti degli Anni Ottanta (tramite articolo del New York Magazine), St Elmo’s Fire è una pellicola che parte da alcuni difetti strutturali per andarsi a schiantare nell’ampia rimessa dei film non riusciti.
Il primo difetto è, incredibilmente, proprio nel casting. Pochi mesi prima una parte essenziale dei protagonisti di questo film (Estevez, Nelson, Sheedy) aveva preso parte al mitico Breakfast Club di John Hughes, interpretando dei liceali. Ora i tre ex-adolescenti ritrovano tutti i loro amici bratpackers (Lowe, McCarthy, Moore) in un film dove sono dei giovani usciti dal college e già (più o meno) inseriti nel mondo del lavoro! Per quanto nei rampanti Anni Ottanta fosse più semplice trovare un impiego, l’effetto generale per lo spettatore è uno solo: poco realistico.
Questo effetto è aggravato dalla sceneggiatura scritta a quattro mani da Carl Kurlander e dal regista Joel Schumacher. I due uomini (di mezza età) sembrano non avere alcuna idea di come si muovano e si comportino i giovani dell’epoca, e li caratterizzano con l’accetta, a colpi di cliché, alternando lo stereotipo del dissoluto (il personaggio di Billy, soprattutto) a quello del “giovane vecchio” (i personaggi di Alec e Leslie, soprattutto).
Questo progetto sarebbe probabilmente uscito meglio nelle sapienti mani di Hughes. Schumacher, per fortuna, si è poi dedicato ad altri generi (con fortune alterne).