Genere: Storico, Drammatico
Autore: Ivan Appio
Editore: Ottocervo
Uscita italiana: 25 Maggio 2022
Formato: Brossurato, illustrato a colori, 164 pagine
Sinossi: Friuli, 1917. È l'anno della disfatta di Caporetto. La trincea del maggiore Copetti cade. I nostri soldati non riescono a opporre alcuna resistenza, perché la strategia del nemico è un enigma: come fanno gli Austriaci a gassare le trincee italiane senza neanche avvicinarsi? Sarà Rossetti, membro del genio alpino, a sbrogliare la matassa e sarà lui a far scrivere, sui muri delle poche case rimaste in piedi, l'appello patriottico: "Tutti eroi! O al Piave o tutti accoppati!". I sopravvissuti devono adunarsi al Piave, ultima frontiera di una disperata resistenza. Pur ambientando il suo fumetto in un anno che vede la violenza dello scontro tra le potenze alleate e gli imperi centrali raggiungere il culmine, Appio riesce a raccontare la guerra, senza fare esplodere neppure un proiettile.
La Prima Guerra Mondiale è un evento mediaticamente "dimenticato": lontano nel nostro passato, al principio del Secolo Breve, ha posto le basi per i regimi nazifascisti, ed ha incontrato una sorta di oblio sotto il peso della Seconda Guerra Mondiale, che invece è sempre stata la "preferita" dei narratori di ogni specie. Non a caso: la presenza di un nemico condiviso e condivisibile come i nazisti, ha sempre reso più facile costruirci attorno dei racconti, delle storie. Pochissimi sono quelli che si sono avventurati in trincea: ricordiamo, qualche anno fa, il pregevole 1917 di Sam Mendes.
Mi sono quindi avvicinato con curiosità a Tutti Eroi, opera prima di Ivan Appio, un giovanissimo artista che ha scelto di narrare gli eventi più drammatici della fronte italo-austriaco, nelle settimane decisive del conflitto a cavallo tra Caporetto e Vittorio Veneto. Lavorando in parallelo sulle vicende di Copetti e Rossetti, l'autore riesce a tratteggiare alcuni dei temi fondamentali della Grande Guerra: il logoramento della trincea, il senso di abbandono e di scollamento tra le truppe, il serpeggiante malumore e rassegnazione di chi percepisce di essere vittime sacrificali. Il dramma è strisciante quanto la crudezza delle situazioni, tuttavia l'abilità di Appio è nella scrittura di scene dove l'intensità non si perde per strada, sopraffatta dal non detto e dal non mostrato.
L'altro aspetto che risalta nell'opera è quello grafico: in primis per il layout scelto, nove tavole per pagina, molto efficace nell'amplificare l'aspetto claustrofobico della guerra di trincea, per poi lasciare ogni freno quando la scena esplode a tutta pagina con ricchezza di pathos e drammaticità; in secundis l'uso dell'acquarello con una colorazione satura e tendente al nero, un costante richiamo ai giochi di luce realistici che esaltano i tratti anatomici più caricaturali, di eredità espressionista. Caratteristiche che, seppur citando alcuni Nobili Maestri del fumetto italiano, denotano una personalità artistica più matura della giovane età dell'autore.

