Genere: Commedia|Drammatico
Showrunner: Donald Glover
Cast: Donald Glover, Zazie Beetz, Brian Tyree Henry, Lakeith Stanfield
Stagioni: 4
Episodi: 41
Durata media: 30 minuti
Sinossi: Una comedy insolita, dark, strana, ambientata nella scena rap di Atlanta. Ce la farà Earl, il protagonista, a diventare il manager di suo cugino Alfred? E, una volta riuscitoci, riuscirà a farlo ragionare e farlo diventare una vera star? Il tutto con un twist di stranezze alla Twin Peaks. Un successo di pubblico e di critica, tanto che FX ha già rinnovato Atlanta per una seconda stagione.
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Recensione
L’afro-surrealismo è un movimento filosofico portato avanti da artisti afro-americani e nato nelle ultime decadi, che si propone di descrivere l’assurdità della vita in una società razzista abbracciando uno stile che oscilla tra l’inquietante e il bizzarro. In questo contesto, la serie di Donald Glover prodotta da FX è probabilmente l’esempio più mainstream di afro-surrealismo nella cultura pop.
In Atlanta esiste una trama orizzontale, che riguarda il tentativo di Alfred (e di Earl in quanto suo manager) di diventare una stella dell’hip-hop; altre storyline riguardano il rapporto tra Earl e Vanessa, la madre di sua figlia, oltre alle vicende di un personaggio particolarmente stralunato come Darius, amico intimo di Alfred. Va detto però che la trama orizzontale, nello sviluppo delle stagioni, diviene man mano sempre meno importante e centrale; una quota parte delle puntate, inoltre, hanno un tema verticale da cui sono esclusi i quattro personaggi protagonisti.
Le riflessioni di Glover partono dal razzismo “classico”, ma spesso vanno a toccare fenomeni più raffinati della società made in USA (e non solo, la terza stagione è totalmente ambientata in Europa). Atlanta si muove in un mondo che dovrebbe essere reale ma è più corretto definire verosimile al nostro, così da rendere accettabili le innumerevoli sterzate surreali se non addirittura distopiche che la serie effettua. Se la puntata in cui il personaggio caucasico viene discriminato è abbastanza didascalica, cosa dire di quella che riflette sulle motivazioni sociali per cui una persona di colore europea è “meno nera” (ossia discriminata) di un afro-americano?
Donald Glover fa arte del relativismo, e si muove su un equilibrio ammirevole anche per quanto è difficile da essere sostenuto nel suo tessuto sociale di provenienza. E’ un autore ironico e colto che non si tira indietro anche quando si tratta di parodiare alcuni feticci culturali tipicamente black (esemplari le puntate su Tyler Perry e il finto documentario sulla creazione di In viaggio con Pippo), e non a caso è molto apprezzato dal pubblico “bianco” e trova molte critiche nella sua comunità. Nemo propheta in patria, verrebbe da dire, ma la qualità percepita è smisurata e si finiscono le puntate con la sensazione di aver veramente visto “la serie più black di sempre”.
Trailer
[…] disperato di uno scopo. Scritto da Janine Nabers, lo show è co-prodotto dal Donald Glover di Atlanta, e in parte ne condivide i tratti surreali, azzerandone però il lato brillante ed ironico. La […]