Genere: Commedia
Showrunner: Brett Goldstein|Jason Segel|Bill Lawrence
Cast: Jason Segel, Harrison Ford, Christa Miller, Jessica Williams
Stagioni: 1
Episodi: 10
Durata media: 30 minuti
Sinossi: Jimmy cerca di superare la sofferenza per la perdita della moglie: è impegnato a fare il padre, l’amico o lo psicoterapeuta. Decide di provare un nuovo approccio con tutte le persone che incontra: essere brutalmente sincero, senza alcun filtro. Riuscirà ad aiutare sé stesso aiutando gli altri? Questo modo di agire lo riporterà alla luce?
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Recensione
Forse non è stato Bill Lawrence ad inventare il genere dramedy in TV, di certo quel modo di far sorridere trattando anche temi drammatici è diventato negli anni un marchio di fabbrica, da Scrubs in poi.
E’ così facile, poi, individuare gli innumerevoli parallelismi tra Shrinking e un’altra produzione contemporanea di Lawrence (Ted Lasso) da chiedersi genuinamente se questa nuova serie con protagonista Jason Segel sia stata realizzata da un’AI a cui è stato chiesto “Scrivi un dramedy con lo stile di Bill Lawrence”.
Volete qualche esempio? Segel interpreta il terapista Jimmy, un personaggio con notevoli tratti comuni con un certo allenatore del Kansas. Jimmy Laird è un uomo che fatica ad elaborare la recente fine del suo matrimonio, come Ted: solo che Ted si trasferisce a Londra per dare spazio alla moglie dopo la loro separazione, mentre la moglie di Jimmy è morta in un incidente d’auto un anno prima. Entrambi canalizzano le loro energie per sconvolgere la propria professione e la vita dei loro colleghi: Ted cambia sport, mentre Jimmy diventa “sincero” e inizia a dire ai suoi pazienti cosa pensa veramente dei loro problemi. Certo, se dovessimo soppesare il livello di drammaticità, per temi e ambientazione Shrinking guarda più frequentemente al lato oscuro della mente, ma riesce a virare sempre velocemente sul comedy senza farci intristire troppo.
Questo sarebbe un pregio, se non fosse anche un limite. Il problema di Shrinking è il suo essere all’acqua di rose, visto che prende così poco sul serio anche quello che dovrebbe essere il pitch narrativo centrale della serie, ovvero Jimmy che sovverte le regole scritte e non scritte del suo mestiere. La reazione dei colleghi alle sue azioni è di poco superiore alla divertita indifferenza; Gaby e Paul non hanno molto da obiettare perché anche loro non seguono molto le regole. Entrambi costruiscono l’impressione che Jimmy sia solo un terapeuta anticonformista tra tanti, non uno i cui metodi sono particolarmente “estremi”. Questo è solo l’esempio più “da matita rossa” sui difetti di sceneggiatura. Altri errori “da matita blu” sono sparsi sulle storyline secondarie: Liz ha passato l’ultimo anno a fare da madre surrogata alla figlia adolescente di Jimmy; nel giro di pochi episodi, tuttavia, questa dinamica interessante viene appiattita in tropi standard da casalinga ficcanaso.
Sia chiaro, il main cast è molto ben scritturato e bilanciato. Harrison Ford ha saputo uscire dalla confort zone recitativa ed è sorprendente nel ruolo dell’anziano boss-mentore Paul (un tizio burbero ma in fondo buono e ricco di buoni consigli, non vi ricorda il dottor Cox?), ma in generale sono tutti divertenti e spassosi, anche la solita “raccomandata” Christa Miller nel ruolo della vicina di casa Liz (anche in Cougar Town era la vicina di casa, chi era l’autore? Suo marito, Bill Lawrence!). Il problema è che lo show-runner tende troppo spesso all’autopilot…