Sinossi: Carmen ‘Carmy’ Berzatto, una giovane chef del mondo della cucina raffinata, torna a casa a Chicago per gestire la sua paninoteca di famiglia dopo una morte straziante. Mentre Carmy combatte per trasformare il ristorante e se stesso, la sua squadra di cucina all’avanguardia si rivela alla fine come la sua famiglia prescelta.
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Recensione
Gli ultimi vent’anni di televisione, generalista e non, ci hanno fatto capire che mangiare gourmet è bello, prepararlo molto meno. Qualsiasi cooking show lascia trasudare le tensioni che provengono dalle cucine dei ristoranti, dove la serenità delle brigate è spesso una chimera.
Questa serie di Christopher Storer parte da uno spunto narrativo interessante, per poi lasciarlo volutamente in disparte. Perché lo scontro di approcci tra lo chef stellato e i mestieranti di una tavola calda di Chicago ha poco a che vedere con i fornelli e molto con sogni, delusioni e frustrazioni di vita. Ognuno ha i suoi demoni, e il Carmen di Jeremy Allen White ne ha più di tutti.
Culinarmente parlando, The Bear è un bel minestrone: prendi un dramedy con quel gusto estetico low-fi da film indie degli Anni ’90, e riempilo di personaggi scorsesiani, italo-americani con qualche traffico ai limiti della legalità e quel senso della famiglia che travalica i legami consanguinei. La seconda stagione supera l’elaborazione del lutto della famiglia Berzatto per introdurre qualche arco narrativo secondario più consistente: ottimo il lavoro su Richie e Tina, “doverosa” la storyline amorosa di Carmy, mentre resta sempre abbastanza evanescente il personaggio di Sydney.
Trailer
