Gli spiriti dell’isola
Ieri andava tutto bene.
Scheda del Film
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Recensione
Iniziamo subito dalle dolenti note: l’adattamento. Il titolo originale fa riferimento, con un riuscito gioco fonetico, alle banshee della tradizione gaelica, creature leggendarie che avevano il compito di vegliare su una comunità e piangerne le perdite; in alcune declinazioni venivano dipinte come figure maligne che prevedevano sventure. Di certo il titolo italiano (“Gli spiriti dell’isola”) è del tutto generico e fa già perdere una quota dell’humus irlandese in cui è totalmente immersa questa pellicola. Per questo motivo, oltretutto, vi consiglio di vedere la versione originale sottotitolata, per assaporare le differenze linguistiche (e culturali) tra i vari personaggi.
Con questo film il regista Martin McDonagh (anche autore della sceneggiatura) ci parla di due grandi temi: il conflitto e la solitudine. Posizionando la trama durante gli anni della guerra civile irlandese, ma in un’isoletta sulla costa nord-occidentale, egli “prende le distanze” dalla Storia con la S maiuscola per raccontarla in senso metaforico tramite le vicende di una micro-comunità. Si sentono le esplosioni in lontananza, della Vera Guerra, ma null’altro. La Guerra è nel cuore degli uomini, verrebbe da dire, ed è proprio così che inizia la faida tra i due ex-amici Padraic e Colm, in una tragicomica escalation di ripicche e prese di posizione assurde.
Se la metafora bellica è il livello di lettura più “facile”, quello della solitudine è più sotterraneo anche se decisivo anche per lo sviluppo dell’intreccio. Inisherin è un posto dove di poche anime dove tutti si conoscono e tutti sanno i fatti degli altri, vizi (soprattutto) e virtù. McDonagh è abile a disegnare una serie di figure grottesche come il “matto del paese” Dominic, il padre di lui, un poliziotto perverso, amorale e violento, la droghiera Mrs O’Riordan, un’impicciona alla bramosa ricerca di “notizie” in un posto dimenticato da Dio dove non succede mai nulla. La figura più memorabile, però, è la sfuggente Mrs Cormick, la vera banshee di Inisherin, una vecchia megera che sembra richiamare esteticamente la Morte bergmaniana.
Il vero scompenso, per Padraic, è che senza Colm lui si sente solo. Non ha più nessuno con cui parlare e passare il tempo al pub dalle 2 in poi. La cesura del loro rapporto di amicizia, oltretutto per un motivo di puro principio, senza un’offesa fattuale, lo preoccupa in maniera ossessiva perché gli toglie uno dei pezzi fondanti della sua esistenza. Egli prova a surrogarlo, ma non ci riesce. In questo è magistrale la prova attoriale di Colin Farrell, fatta di pura sottrazione per tratteggiare un uomo semplice, noioso ma gentile. Da applausi anche Brendan Gleeson nei panni di Colm e Kerry Condon che interpreta la sorella di Padraic, Siobhàn, unico baluardo di normalità nella spirale che travolge l’uomo e la sua vita noiosa ma gentile.