Il sol dell’avvenire

Scheda del Film

Titolo Originale
Il sol dell'avvenire
Paese
 France,   Italy
Casa di Produzione
Sacher Film, Fandango, RAI Cinema, Le Pacte, France 3 Cinéma
Regia
Nanni Moretti
Producer
Nanni Moretti, Domenico Procacci
Sceneggiatura
Ideatore
Cast
Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobuľová, Mathieu Amalric, Jerzy Stuhr, Anger Zsolt, Teco Celio, Valentina Romani, Flavio Furno, Giuseppe Scoditti, Valerio Da Silva, Angelo Galdi, Arianna Pozzoli, Francesco Brandi, Laura Nardi, Arianna Serrao, Blu Yoshimi, Michele Eburnea, Elena Lietti, Benjamin Stender, Francesco Rossini, Federica Sandrini, Carolina Pavone
Durata
1 h 36 min
Data di Uscita
20 Aprile 2023
Generi
Commedia
Budget
$13.266.839
Revenue
Sinossi
Giovanni, regista italiano in ambasce tra una moglie in analisi e un produttore sull'orlo del fallimento, ha smesso di credere nell'avvenire. A immagine del suo protagonista, figura di prua dell'Unità e della sezione comunista del Quarticciolo, vuole 'farla finita' col mondo che avanza in direzione ostinata e contraria: la consorte ha deciso di investire su un giovane regista de-genere, la figlia di sposare un uomo (molto) più vecchio di lei, la sua attrice principale di improvvisare l'amore in un racconto politico e poi c'è Netflix che produce cinema in scatola.

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Recensione

Ci sono due modi, entrambi estremi e semplici, per approcciare Il sol dell’avvenire: considerarlo il risultato di una sceneggiatura creata da un AI a cui siano stati dati in pasto tutti i film del regista, oppure ritenerlo il film-testamento con cui il celebre autore romano si congeda dal cinema.

Va detto che Nanni Moretti, in vari passaggi della pellicola, prova disperatamente a convincere lo spettatore che una (o entrambe) le chiavi per interpretarlo siano corrette: il ricorso ossessivo all’autocitazione di molti dei suoi cliché, che spesso si trasforma in autoparodia; l’uso di buona parte dei suoi attori-feticcio (Silvio Orlando e Margherita Buy su tutti); e poi, ovviamente, la lunga scena finale.

Il mio parere è che, dopo l’oggettivo flop di Tre Piani, a Moretti serviva tornare alle origini, rimettersi al centro della scena per annodare definitivamente il discorso dei suoi “tre piani” (personale, cinematografico, politico) e reintercettare il suo pubblico, che è quello dei boomer, ovviamente.

Il sol dell’avvenire declina il concetto di crisi su varie tematiche: il film che gira Giovanni è ambientato durante la prima crisi del Partito Comunista Italiano, incapace di condannare l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica; la strisciante crisi relazionale tra Giovanni e Paola, sua moglie e produttrice; la crisi artistica di un autore che si rifiuta di piegarsi alle nuove regole del gioco (l’algoritmo di Netflix, un certo tipo di estetizzazione della violenza…).

Non è difficile cogliere l’ironia in questo didascalico tentativo di modernizzare l’iconografia morettiana (dallo scooter si è passati al monopattino), ma oggettivamente non tutto riesce al meglio, in primis il Nanni attore: ingessato nei movimenti, rallentato nella dizione, con espressioni quasi robotiche. Anche le “amichevoli partecipazioni” di Renzo Piano, Chiara Valerio e Corrado Augias cadono abbastanza nel cringe. Nel complesso, però, trovo encomiabile lo sforzo, fare un film su se stesso, sulla lotta, la solitudine, la gioia e la fatica di dover essere coerenti e continuare comunque a sognare un mondo in cui tutti gli altri provano lo stesso senso di appartenenza alle stesse cose.

Il sol dell’avvenire
Il sol dell’avvenire
Il Verdetto
"Il sol dell'avvenire" è una summa del cinema morettiano, senile ma non invecchiato.
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7.5

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