Per favore, non toccate le vecchiette!
Hollywood non ha mai visto un'ora X piú stupida.
Scheda del Film
Dove vedere “Per favore, non toccate le vecchiette!” in streaming
Se vuoi assicurarti i migliori film e serie TV, iscriviti alle seguenti piattaforme streaming:
Recensione
Mel Brooks irruppe sulla scena cinematografica nel 1967 con questa commedia satirica. Era il suo debutto sul grande schermo come scrittore e regista. Dopo una grande varietà di reazioni iniziali, “The Producers” alla fine ha fatto guadagnare a Brooks un Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Non un brutto modo per iniziare la carriera nel cinema, no?
“The Producers” è iniziato come uno scherzo, è passato ad essere uno spettacolo teatrale e alla fine è diventato un film. Inizialmente è stata una produzione difficile per Brooks che ha avuto difficoltà a trovare sostenitori divertiti dalla sua fusione tra Hitler e un musical. Una volta finanziato, a Brooks furono concessi 1 milione di dollari e 40 giorni per finire il film. Missione compiuta, ma non senza alcuni ostacoli lungo il percorso, derivanti principalmente dalla sua inesperienza come regista. Dopo l’uscita, le recensioni iniziali erano ovunque, comprese alcune che hanno ridotto il film a brandelli. Ovviamente col tempo il film è diventato il cult seminale che tutti conosciamo.
Per quanto stravaganti, i due personaggi principali del film sono basati sulla vita reale. Il fallito produttore di Broadway Max Bialystock (Zero Mostel) resta a galla convincendo donne anziane e benestanti a sostenere la sua “prossima grande produzione”. Ma con le risorse a secco, sollecita l’aiuto del contabile nevrotico e credulone Leo Bloom (Gene Wilder). I due escogitano un piano stravagante per realizzare la peggiore giocata possibile. Max venderà a caro prezzo le azioni, Leo falsificherà i libri contabili, lo spettacolo flopperà e i soldi truffati saranno loro. Cosa potrebbe andare storto?
Il duo disperato e ottuso inizia cercando la peggiore sceneggiatura possibile. La trovano con “Springtime for Hitler”, una lettera d’amore musicale al Führer scritta sinceramente da un pazzo ex nazista (interpretato da Kenneth Mars). Successivamente assumono un regista notoriamente pessimo, Roger De Bris (Christopher Hewett), che ha una lunga storia di flop a Broadway. Infine il ruolo principale di Hitler è affidato a Lorenzo Saint DuBois, un hippy stravagante che opportunamente viene chiamato L.S.D. Ci sono tutti i presupposti per un disastro sicuro.
Brooks accompagna questa sciocca banda di disadattati attraverso la produzione dello spettacolo e infine alla serata di apertura. L’intero concetto urla assurdità e una delle cose migliori di “The Producers” è che poteva essere deliziosamente insapore nel suo umorismo. Non era né grossolano o volgare, ma spudoratamente politicamente scorretto. Spingeva le persone a indignarsi e allo stesso tempo ridicolizzava proprio la cosa che le agita. E’ tutto realizzato in modo così assurdo che è impossibile non ridere a crepapelle.
E non si può che elogiare la chimica comica tra Mostel e Wilder. In alcune scene Brooks toglie loro i guinzagli e li lascia correre selvaggiamente. Ci sono momenti in cui può essere un po’ eccessivo (e un po’ rumoroso), ma allo stesso tempo è affascinante da guardare: il subdolamente ingannevole Mostel e il sempre nervoso Wilder si scambiano le loro battute. La cosa più importante è che è davvero divertente e serve come una bella introduzione al tipo di follia che Mel Brooks avrebbe condiviso nei tre decenni successivi.